Il 34enne ivoriano Rudy Guede, unico condannato (per concorso in omicidio) per il delitto di Perugia del 2007, in cui venne uccisa la giovane studentessa inglese Meredith Kercher, è tornato libero per fine pena.
Il magistrato di sorveglianza di Viterbo gli ha concesso la libertà anticipata in base all’articolo 54 dell’Ordinamento penitenziario e l’ufficio esecuzione ha emesso l’ordine di scarcerazione.
Il carcere
Guede, di fatto, era libero da quasi un anno, grazie all’affidamento ai servizi sociali che gli è stato concesso a inizio dicembre 2020. Fino a ieri doveva tornare a dormire in carcere, dove ha scontato quasi tutta la condanna a 16 anni. Rudy ha fatto un percorso rieducativo eccellente, seguito dal Gevac (Gruppo assistenti volontari animatori carcercari) che opera al Mammagialla di Viterbo.
In carcere si è laureato con 110 e lode in Scienze storiche del territorio e della cooperazione internazionale. Condannato per concorso in omicidio e violenza sessuale nel 2010, in primo grado a 30 anni, poi ridotti a 16 in Cassazione, si è sempre dichiarato innocente. Ora vuole solo essere dimenticato, continuando ad adoperarsi per il prossimo e a lavorare ma rimanendo in silenzio.
Le dichiarazioni di Raffaele Sollecito sulla scarcerazione di Rudy Guede
All’Adnkronos Raffaele Sollecito, assolto in via definitiva insieme ad Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher, ha così commentato la libertà di Rudy Guede: “Mi dispiace solo che non si sia mai pentito di quello che ha fatto, di aver ammazzato una povera ragazza – continua – Mi dispiace che sono stato quattro anni in carcere e io e Amanda abbiamo rischiato di essere condannati a una pena per una cosa che non abbiamo fatto anche grazie alle sue bugie”.
Come noto, la notte dell’omicidio Guede scappò dalla casa di Meredith, raggiungendo la Germania, dove venne arrestato il 20 novembre del 2007. Condotto in Italia, è stato l’unico dei coinvolti nella vicenda a essere processato e condannato in rito abbreviato. Gli altri due imputati, Amanda Knox e Raffaele Sollecito, sono stati assolti in via definitiva dalla Cassazione. Rudy ha sempre sostenuto di avere cercato di soccorrere la studentessa inglese accoltellata mentre lui era in bagno. La polizia arrivò alla sua identificazione attraverso l’impronta di una mano insanguinata e da altre tracce di Dna.