Omicidio Laura Ziliani: le figlie l’avevano già avvelenata con una tisana

Ad aprile, un mese prima della scomparsa di Laura Ziliani, l'ex vigilessa di Temù, il cui corpo è stato trovato l'8 agosto, le figlie e il fidanzato della più grande l'avrebbero già avvelenata con una tisana.

Omicidio Laura Ziliani: le figlie l’avevano già avvelenata con una tisana

Dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice per le indagini preliminari di Brescia nei confronti di Paola e Silvia Zani e Mirto Milano, rispettivamente figlie di Laura Ziliani e fidanzato della figlia più grande, emergono particolari agghiaccianti.

L’ex vigilessa scomparsa a Temù, in provincia di Brescia, lo scorso 8 maggio, il cui corpo è stato trovato l’8 agosto, sarebbe stata avvelenata già un mese prima di quando si sono perse le sue tracce. Il loro sarebbe stato un piano criminoso, che ha permesso di celare per lungo tempo la morte della donna e di depistare le indagini a loro carico.

L’avvelenamento con la tisana 

Stando alla ricostruzione degli inquirenti e alle testimonianze del compagno della vittima e di una sua amica, un mese prima della sua scomparsa, la donna era tornata stanca da una passeggiata. A questa era seguita una cena e, subito dopo il pasto, la 56enne avrebbe bevuto una tisana che, secondo gli inquirenti, era avvelenata.La donna, infatti, aveva avuto un malore, dormendo 36 ore di seguito. In base alle parole di chi la conosceva, in quelle settimane appariva sempre stanca e strana.

Il farmaco trovato a casa dei 3

Dall’esame tossicologico, nel corpo della vittima sono state trovate tracce di bromazepam. Un flacone dello stesso, pieno fino a un terzo, è stato rinvenuto nella casa di Brescia in cui vivevano le due ragazze e il fidanzato di Silvia. Il medico di base ha dichiarato di non aver mai prescritto alla Ziliani tale farmaco.

A questa dichiarazione si aggiunge un episodio riguardante la figlia più grande: la ragazza, dipendente in una casa di riposo, tempo prima aveva sottratto della Quetipina 50 per provarne gli effetti insieme all’alcol. Alla sorella aveva detto di essere stata malissimo. Questo ha convinto gli inquirenti del fatto che l’indagata poteva procurarsi facilmente il farmaco.

 

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