Omicidio Gabriel Feroleto: i genitori, accusati di averlo ucciso e già condannati all’ergastolo, ricorreranno in appello

Nicola Feroleto e Donatella Di Bona, i genitori del piccolo Gabriel Feroleto, già condannati all'ergastolo, ricorreranno in appello contro la sentenza di primo grado.

Omicidio Gabriel Feroleto: i genitori, accusati di averlo ucciso e già condannati all’ergastolo, ricorreranno in appello

Il 19 ottobre il processo per l’omicidio del piccolo Gabriel Feroleto, di appena 2 anni e mezzo, arriverà in Corte d’Appello. Per la morte del bimbo, ucciso a Piedimonte Sangermano, nel frusinate, sono stati imputati la madre e il padre, Donatella Di Bona e Nicola Feroleto, entrambi condannati in primo grado con l’accusa di omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà.

Nel processo di primo grado che si è svolto, in due diverse modalità presso il tribunale di Cassino, entrambi i genitori sono stati condannati alla pena dell’ergastolo. Donatella Di Bona ha scelto il rito abbreviato dinanzi al Gup, sperando nella riduzione della pena che invece non c’è stata.

Il compagno e padre del bimbo ha, invece, preferito il rito ordinario dinanzi alla Corte d’Assise. Anche in questo caso non ci sono stati sconti di pena e il collegio giudicante ha accolto in pieno la richiesta di condanna all’ergastolo avanzata dai pubblici ministeri Valentina Maiso e Roberto Bulgarini Nomi. 

L’omicidio di Gabriel Feroleto

Gabriel Feroleto è morto il pomeriggio del 17 aprile 2019. A poche ore dalla sua morte, è stata arrestata la madre, responsabile della sua uccisione. Dopo poco è stata la volta del padre, finito in carcere con l’accusa di omicidio volontario. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il piccolo sarebbe stato ucciso perchè, con il suo pianto, avrebbe disturbato i genitori mentre stavano facendo sesso.

Donatella, incitata dall’amante, che non avrebbe fatto nulla per aiutare il figlio, avrebbe soffocato il bambino, coprendogli la bocca e il naso con la mano. Una volta che Gabriel avrebbe smesso di respirare, il padre Nicola avrebbe sollevato il suo corpicino, buttandolo tra i rovi come se fosse una bambola di pezza. La madre, resasi conto dell’accaduto, sarebbe tornata verso casa con il corpo del figlio, mettendo in scena il presunto investimento da parte di un’auto pirata.

Una versione, questa, che verrà smontata in pochi minuti dal personale Ares 118 allertato dai vicini. Saranno gli stessi medici a chiedere l’intervento dei Carabinieri perché i segni sul volto del piccolo raccontavano un’altra verità. In meno di dodici ore madre e padre verranno arrestati. A quel punto è scattato l’interrogatorio della madre che, dopo poco, ha ceduto, confessando di essere stata lei a uccidere il figlio. 

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