Omicidio di Giuseppina Di Luca: il marito confessa di averla uccisa

Paolo Vecchia, l'uomo 52enne accusato di aver ucciso l'ex moglie Giuseppina Di Luca, ha ammesso di averla uccisa nel corso dell'interrogatorio in carcere davanti al giudice per le indagini preliminari.

Omicidio di Giuseppina Di Luca: il marito confessa di averla uccisa

Paolo Vecchia, l’uomo di 52 anni arrestato per l‘omicidio dell’ex moglie Giuseppina Di Luca, avvenuto ad Agnosine (Brescia) ha confessato di averla uccisa.

Ha, infatti, ammesso le sue responsabilità durante l’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari che si è svolto in carcere ed è durato mezzora. Roberto Lancellotti, legale di Vecchia, ha spiegato che il suo assistito ha risposto a tutte le domande, seppur con fatica, ricostruendo quanto accaduto. Vecchia è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. 

Le parole della sorella della vittima

Sulla base delle indagini, l’uomo non avrebbe accettato la fine della loro relazione e questa tesi è stata confermata anche dalla sorella dell’ex moglie che ha dichiarato: “Diceva in giro che voleva fargliela pagare, ma non pensavamo arrivasse a tanto”, nonostante il clima, tra le mura domestiche, fosse molto pesante. La donna lascia 2 figlie di 24 e 21 anni e, dopo l’autopsia, la Procura ha disposto il nullaosta per la sepoltura. In Valsabbia, a Sabbio Chiese, sarà allestita la Camera ardente.

L’autopsia

Ieri, 13 settembre, è stata effettuata l’autopsia sul cadavere della donna e l’esame ha confermato che Giuseppina è stata accoltellata alla gola, al petto e al torace. Dalle prime ricostruzioni, il marito l’avrebbe inseguita per le scale dell’abitazione in cui si era trasferita da circa un mese in attesa di ultimare le pratiche di separazione.

Dopo averla colpita, è salito in macchina ed è andato in caserma, confessando il reato commesso. La donna, ancora viva e cosciente, è riuscita a raggiungere il garage, chiedendo aiuto ma, nonostante l’arrivo tempestivo dei medici e dei paramedici del 118, per lei non c’è stato nulla da fare.

La discesa in campo delle attiviste contro i femminicidi

Le attiviste della rete bresciana ‘Non una di meno’ non vogliono sentir parlare di gene guerriero, amore malato o frasi simili che tendono a minimizzare la gravità di omicidi, che ha, semmai, profonde radici culturali. Ieri si sono ritrovate in piazzetta Bell’Italia, nel centro di Brescia, per manifestare dopo l’ennesimo femminicidio registrato in provincia, quello, appunto, di Giuseppina Di Luca, 46enne uccisa ad Agnosine con una decina di coltellate inferte da Paolo Vecchia, il marito da cui si stava separando e che ora è in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato.

Purtroppo l’elenco delle vittime continua ad allungarsi. Solo nell’ultima settimana, sei donne sono state uccise in tutta Italia: Chiara Ugolini, 27enne di Verona, assassinata dal vicino di casa; Ada Rotini, 46 anni, morta per mano del marito da cui si stava separando, a Noto, in Sicilia; Eleonora Di Vicino, 83 anni, uccisa dal figlio che viveva con lei; Angelica Salis, 60 anni, morta nell’hinterland di Cagliari, accoltellata dal marito; Rita Amenze, 31 anni, uccisa dall’ex-marito mentre andava a lavoro con 4 colpi di pistola. E poi, appunto, Giuseppina Di Luca. 

 

 

 

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