Omicidio Chiara Ugolini, Impellizzeri non risponde al gip: convalidato il fermo

Per Emanuele Impellizzeri, 38enne, il gip del tribunale fiorentino ha convalidato il fermo. Resta in carcere, dunque, per l'omicidio della pallavolista 27enne Chiara Ugolini.

Omicidio Chiara Ugolini, Impellizzeri non risponde al gip: convalidato il fermo

Emanuele Impellizzeri, 38 anni, fermato per l’omicidio di Chiara Ugolini, la 27enne trovata morta in casa nel Veronese, stamattina si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’uomo è stato bloccato nella serata di domenica a Firenze, dalla polizia stradale.

Sin dal momento del fermo, avrebbe confessato subito il delitto, chiarendo di aver cercato di far perdere le sue tracce con una fuga che, secondo le forze dell’ordine, sarebbe stata programmata, come confermerebbe il dettaglio del cellulare spento poco prima di salire in sella alla moto.

L’accaduto

Oggi, 8 settembre, Impellizzeri è comparso davanti al gip del tribunale fiorentino per l’interrogatorio di convalida di fermo, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Per gli inquirenti, l’omicidio di Chiara avrebbe i contorni di un tentativo di violenza sessuale. Il gip del tribunale fiorentino, Angela Fantechi, ha convalidato il fermo. Resta così in carcere.

Poco prima di essere condotto in carcere avrebbe dichiarato, davanti ai carabinieri, di aver notato la 27enne sul terrazzo di casa e di aver perso la testa, non resistendo. Forse Chiara è stata uccisa dallo straccio imbevuto di candeggina che aveva in bocca prima che arrivasero i soccorsi e forse ha anche dovuto ingerirla. La candeggina avrebbe provocato l’emorragia interna, causa della morte. 

Uno zio della vittima racconta che Chiara non dava confidenza a quella persona perchè sapeva dei suoi precedenti e ne aveva paura. Semplicemente, se lo incrociava in condominio, salutava come sempre, ma nulla di più. Mentre lui l’ha ammazzata. “Uno che le ha messo uno straccio intriso di candeggina in bocca è un mostro. Se fai una cosa del genere non hai nulla di umano.

Io non perdono e neppure la mia famiglia lo fa. Non vogliamo più vederlo libero”. Il 38enne, lo ricordo, stava scontando una condanna per due rapine con la messa in prova che lo obbligava a non uscire di sera e nei giorni festivi. Secondo la gip fiorentina, l’uomo avrebbe agito “per motivi abietti e con crudeltà”. Fra le esigenze cautelari viene evidenziato oltre al pericolo di fuga, la pericolosità sociale dell’indagato.

 

Continua a leggere su Fidelity News