Oggi, 25 marzo, si celebra la solennità dell’Annunciazione

Il 25 marzo non è una festa civile ma, nella Chiesa cattolica, è celebrato come una solennità. In questo giorno si ricorda il grande mistero dell'Incarnazione di Dio nel grembo di Maria.

Oggi, 25 marzo, si celebra la solennità dell’Annunciazione

Oggi, 25 marzo, la Chiesa cattolica festeggia la solennità dell’Annunciazione del Signore. In questo giorno, a nove mesi dal Natale, la comunità dei credenti ricorda la visita dell’Angelo Gabriele a Maria ripercorrendo, nelle celebrazioni, la narrazione che l’evangelista Luca espone al capitolo primo del Vangelo da lui scritto.

Come accade per i documenti della Chiesa che ricevono il titolo dalle prime espressioni del testo, anche il termine “Annunciazione” è desunto dal modo in cui la Chiesa cita, in latino, questo grande giorno: “Annuntiationem Beatae Mariae Virginis“. 

L’annuncio a Maria

Si tratta dunque di un annuncio, e non di un annuncio qualsiasi, ma proprio dell’annuncio atteso e preannunziato dai profeti: il Figlio di Dio prenderà carne nella Beata Vergine Maria, grazie allo Spirito Santo che scenderà su di lei, come narra il Vangelo secondo Luca.

L’angelo – scrive Luca -, si presentò a Maria e le disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te“. Nel sentire un tale saluto, la Vergine rimase turbata, si chiedeva cosa volesse dire. L’angelo le disse ancora: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”. Questo Figlio “sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio”.

La Chiesa festeggia con particolare solennità l’Annunciazione, perché proprio in questo giorno Maria di Nazareth ha liberamente detto di “” al progetto del Signore. In questo giorno si ricorda che “il Verbo si fece carne” ed è venuto ad abitare tra gli uomini, facendosi simile a loro. Il mistero di Dio fatto uomo inizia con l’Incarnazione e trova il suo compimento il 25 dicembre, giorno del Natale del Signore.

Maria, nella Chiesa, è esempio e modello di ogni vocazione perché – dicendo “Sì” a Dio- s’impegna a collaborare affinché il suo Regno di pace e di amore si realizzi già su questa terra. 

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