Nozze gay, si della Francia

Ok del Parlamento francese al provvedimento che apre alle nozze gay e all’adozione per le coppie dello stesso sesso. Le associazioni italiane degli omosessuali: “Ora tocca all’Italia”.

Nozze gay, si della Francia

L’Assemblea nazionale francese ha approvato la legge che legalizza i matrimoni tra persone dello stesso sesso, con 331 voti favorevoli e 225 contrari.

L’annuncio dell’approvazione del disegno di legge, promosso dai socialisti del presidente Francois Hollande, è stato accolto da fischi e applausi, mentre poco prima alcuni oppositori erano stati espulsi.

La destra ha già annunciato che farà ricorso al Consiglio costituzionale prima della promulgazione della legge da parte di Francois Hollande, temendo che l’entrata in vigore del provvedimento apra la strada alla procreazione assistita, pratica che in Francia è illegale e alla quale il governo si è detto contrario.

Le reazioni in Italia non si sono fatte attendere, con la netta presa i posizione del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana: “Siamo vicini al baratro. L’Italia non deve prendere esempio da queste situazioni che hanno esiti estremamente pericolosi. Non seguiamone le orme”. E ancora: “L’Europa ha dimenticato le proprie radici cristiane, le radici della propria cultura e della propria civiltà. Volendo sistematicamente eliminare la religione dal proprio orizzonte crede di conquistare delle libertà nuove. Molti paesi europei hanno varato leggi sbagliate su vita, famiglia, libertà, non crescono in civiltà più umana e solidale, semmai più individualista e più regressiva”.

Le associazioni degli omosessuali invece gioiscono: “Il sì francese, che stabilisce che gli affetti di gay e lesbiche hanno lo stesso valore di quelli eterosessuali e rivoluziona profondamente l’istituto del matrimonio” afferma Flavio Romani, presidente di arcigay “è la vittoria di chi crede che una società migliore è possibile. Il matrimonio fra persone dello stesso sesso è il trionfo della giustizia sociale e di coloro che si riconoscono nella democrazia, nella tolleranza e nell’uguaglianza. Ora tocca all’Italia offrire alle persone gay e lesbiche, che sono i nostri vicini, i nostri colleghi, i nostri amici e familiari quei diritti umani che da anni sono loro tenacemente negati. La classe politica italiana, ha il dovere civile e morale, ammesso che un barlume di morale ce l’abbia, di dare delle risposte a tutte quelle persone, e parliamo di milioni, che per anni sono state umiliate, offese, denigrate, escluse dai diritti, e la cui libertà è stata ferocemente repressa”.

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