Da quanto emerge dal primo esame radiologico effettuato dal medico legale, Noemi non è morta a causa di un colpo di pietra alla testa. Dalla Tac eseguita nella camera mortuaria, non risultano segni di fratture al cranio. Questo fa quindi escludere che Noemi sia deceduta per i colpi inferti con una pietra in testa.
Il risultato della Tac cambia le prospettive dell’indagine penale. Il medico legale ora dovrà cercare le cause della morte in altre lesioni presenti sul corpo della giovane, dato che sul suo collo vi sono evidenti segni di tagli. Ora, nell’ultimo interrogatorio, il fidanzato 17enne afferma di averla uccisa con il coltello che la stessa Noemi, la notte in cui si era incontrata con lui, aveva portato con sé per sterminare la sua famiglia che ostacolava il rapporto del 17enne con lei.
La famiglia di Noemi non crede a questa versione dell’omicidio. A loro parere, il ragazzo sta nascondendo suo padre e lo protegge. Inoltre, accusano il padre del 17enne di avere fatto tutto lui. Il padre di Noemi accusa proprio il genitore del 17enne, sostenendo il suo ruolo fondamentale nell’omicidio della figlia.
Con la scusante di perdonare il 17enne, il padre di Noemi era andato dove abitano i suoi genitori per cercare di incontrare suo padre, urlando: “Me l’hai uccisa, vieni fuori bastardo”. L’intervento dei carabinieri ha evitato che la situazione degenerasse.
Secondo il padre di Noemi, tutto il problema è il ruolo dei genitori del fidanzato, in particolare del padre. Sostiene che aveva un odio per sua figlia che non era comprensibile. Anche il ragazzzo, il mese prima, era stato cacciato di casa dal padre ed il padre di Noemi lo aveva portarlo in farmacia per prendere i farmaci di cui necessitava. Lo avreva anche aiutato in altre occasioni, portandolo a casa sua quando andava a dormirre nelle baracche, comprandogli le sigarette e i vestiti.