Nuova bomba ad Abuja, capitale della Nigeria. Un’autobomba è esplosa ieri sera in una stazione autobus, causando la morte di almeno 19 persone ed il ferimento di una sessantina. Al momento l’attentato non è stato rivendicato, ma si sospetta che gli autori possano essere i Boko Haram, il gruppo ribelle islamista, che ha causato migliaia di morti con i propri attentati negli ultimi cinque anni.
Inoltre i Boko Haram avevano rivendicato un attentato nella stessa località lo scorso 14 aprile, ed in quell’occasione avevano causato la morte di 75 persone. Non appare difficile, quindi, che possano essere gli autori della bomba ad Abuja.
Quello che sta creando panico nella popolazione locale e che sorprende non è soltanto quest’ultima bomba ad Abuja, ma anche l’estrema facilità con cui i terroristi continuano a colpire a pochi passi dalle sedi di governo della città. Il presidente Goodluck Jonathan ha cercato di arginare questi fenomeni tramite un’offensiva militare, attiva già da un anno, ma che non ha portato ancora a grandi risultati visti gli ultimi episodi terroristi.
Solo il gruppo Boko Haram, che significa “l’educazione occidentale è proibita”, infatti, ha causato la morte di 1.500 civili in Nigeria durante quest’anno. Gli attacchi subiti dalla nazione sono stati numerosi e sempre con un bilancio di morti preoccupante. Gli attentati hanno spesso preso di mira sedi importanti di governo, ma anche il palazzo delle Nazioni Unite del 2011. Il gruppo è attivo dal 2009 e sta continuando a colpire il governo in nome della secessione e dell’instaurazione della sharia, la legge islamica.
In questo ultimo periodo l’attività del gruppo si sta intensificando, tanto da arrivare a rapire 234 ragazze in una scuola del nordest del Paese per il quale è attualmente in corso un negoziato con gli organi di governo. Le ragazze sono state rapite all’incirca 2 settimane fa in un dormitorio di una scuola media a Chobok, nello stato nord-orientale del Borno, ed al momento si troverebbero in una località lontana da quella del sequestro. Al momento è stato chiesto un riscatto, ma le forze di governo hanno deciso di non intervenire con la forza per evitare vittime tra le studentesse. Lo stato nigeriano ha chiesto l’intervento dell’Onu e dell’Ecowas per cercare di salvarle. «Non ci sono dubbi che la nazione sia in guerra. Il nemico ha chiaramente mostrato al Paese le sue vili intenzioni. Una decisiva e inequivoca risposta militare da parte del Governo, con l’imposizione di uno Stato di emergenza, è urgentemente necessaria in questa circostanza. I ribelli vogliono distruggere lo Stato laico e il Paese. Per loro una Nigeria moderna, vibrante, progressista, multietnica e multireligiosa è un’anatema. Sono accecati dal fanatismo e dall’estremismo e non si fanno influenzare da alcuna apertura. D’ora in poi non dovremo combattere i terroristi, ma l’insurrezione. Il Governo deve anche immediatamente identificare chi li finanzia” ha dichiarato David Mark, Presidente della Camera alta.
La preoccupazione per le sorti delle studentesse resta alta, dal momento che il gruppo ha mostrato più volte di essere disposto a tutto pur di portare al successo questa “guerra santa”, iniziata già da parecchio tempo. Secondo alcune indiscrezioni del senatore Ahmed Zannah, alcune studentesse sarebbero state espatriate ed una di loro sarebbe stata addirittura sposata da uno dei rapitori.
Nelle prossime ore potrebbero arrivare degli aggiornamenti sulla sorte delle ragazze, ma anche sulla rivendicazione della bomba di Abuja.