Immobilizzato con il collare Halo-Vest dopo essere stato investito da un Suv, Niccolò è stato investito lo scorso 30 gennaio, alle ore 18,18, mentre era a bordo del suo scooter ed era fermo per voltare. Alle sue spalle c’era un Suv che non si è fermato e ha continuato a correre a gran velocità, travolgendolo.
A testimoniare quanto accaduto c’è un video, ma nonostante ciò non è possibile individuare il responsabile dell’impatto. A raccontarlo alla trasmissione «Chi l’ha visto?» è la mamma di Niccolò, Maria Peluso, 50 anni, che ha lanciato un appello all’investitore, invitandolo a costituirsi per permettere alla giustizia di fare il suo corso. Quella sera, il figlio era fermo sul suo scooter sulla linea di mezzeria in via Mattei, sul punto di voltare, quando da dietro è arrivata l’auto che lo ha investito come un tornado.
La donna è convinta che l’uomo a bordo del Suv stesse parlando al cellulare al momento dell’impatto, perché in quel punto la strada è larga, altrimenti non si spiega quanto successo. Durante la trasmissione, la donna ha anche parlato delle condizioni del figlio 24enne, rivelando che il giovane ha riportato danni gravi nell’impatto, fra cui la frattura dell’atlante, la prima vertebra cervicale.
Fortunatamente non ci sono stati danni al midollo osseo, ma per almeno due mesi dovrà indossare l’Halo-Vest. La donna e il figlio si recano al Maggiore ogni due settimane andiamo al Maggiore per modificare la trazione dell’immobilizzatore e aggiustarla in modo corretto. Il decorso che aspetta Niccolò non è ancora possibile stabilirlo, hanno detto i medici, e potranno scoprirlo di volta in volta.
Dopo un mese, il giovane ha fatto una Tac ma la frattura c’era ancora. Fortemente indolenzinto, non può girarsi e sdraiarsi, e per questo dorme su una poltrona. Quanto accduto ha sconvolto la sua vita, mettendo fine ai suoi progetti: Niccolò studia Ingegneria informatica e stava imparando tantissime cose per diventare un esperto programmatore. Ad oggi, purtroppo, non è possibile capire quando potrà riprendere in mano la sua vita e proseguire i suoi progetti. La donna, quindi, ha chiesto giustizia per il figlio e fatto appello al pirata di costituirsi.