Niccolò Bettarini, spunta un particolare inedito: positivo ai test anti-droga il giorno dell’aggressione

Nuovi clamorosi particolari sul caso del tentato omicidio ai danni di Niccolò Bettarini, che stando ad alcuni dati estratti dalla sua cartella clinica risultava positivo ai test anti-droga il giorno dell'aggressione.

Niccolò Bettarini, spunta un particolare inedito: positivo ai test anti-droga il giorno dell’aggressione

Niccolò Bettarini, figlio primogenito della conduttrice televisiva Simona Ventura e dell’ex calciatore Stefano Bettarini, è tornato sotto i riflettori della cronaca a causa del tentato omicidio di cui è stato vittima il primo luglio scorso all’uscita da una nota discoteca meneghina, cosa che ha portato i giudici della Procura di Milano a chiedere la condanna col rito abbreviato a 10 anni di carcere per gli aggressori.

Nel corso della recente udienza, però, è emerso anche un particolare inedito che fino ad oggi era stato tenuto all’oscuro, cioè quello che il primogenito della conduttrice di Temptation Island Vip e di Stefano Bettarini risultò positivo al test anti-droga la mattina dell’aggressione, dunque aveva assunto sostanze supefacenti durante la serata trascorsa all’Old Fashion.

Niccolò Bettarini era positivo ai test anti-droga

Nel corso dell’ultima udienza del processo a carico degli aggressori di Niccolò Bettarini – avvenuta nella giornata del 30 ottobre presso il Tribunale di Milano – si è appreso anche il contenuto della cartella clinica del giovane figlio di Simona Ventura da cui risulta che ul 19enne era risultato positivo al test anti-droga fatto il giorno dell’aggressione.

La richiesta dell’acquisizione della cartella clinica di Bettarini era stata fatta dalle difese, anche se il pm Elio Ramondini ha tenuto a precisare che la poitività al test è “non è reato ed è irrilevante” al fine della ricostruzione del tentato omicidio ai suoi danni. All’udienza a porte chiuse ha partecipato anche Niccolò, che ha rivisto in faccia per la prima volta dopo l’accaduto i suoi aggressori.

Mentre il pm chiede 10 anni di reclusione per gli aggressori, la strategia di difesa punterà quasi sicuramente sui dati della cartella clinica, per fare cadere alcune delle accuse a loro carico, come quella dell’aggravante per futili motivi, ma anche sostenere che proprio perché sotto effeto di droghe fu proprio Bettarini ad iniziare la rissa.

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