Domenica 12 ottobre a Treviso, una neonata ha subito un aggravamento delle proprie condizioni subito dopo essere venuta alla luce con un parto domestico. L’intervento tempestivo delle ostetriche, non appartenenti al servizio sanitario pubblico, ha portato al ricovero urgente al reparto di terapia intensiva dell’ospedale Ca’ Foncello, dove purtroppo la bambina non ha superato le complicazioni.
Secondo quanto comunicato dall’azienda Ulss 2 della Marca Trevigiana, la neonata era giunta al nosocomio in stato di choc emorragico, con sintomi di asfissia già manifestatisi poco dopo il parto, e l’equipe medica ha immediatamente avviato tutte le procedure d’emergenza. Il parto in casa, scelto dalla famiglia, ha visto la presenza di ostetriche che, sebbene esperte, operavano al di fuori del servizio sanitario pubblico.
Quando le condizioni della neonata si sono aggravate, le professioniste hanno prontamente contattato i soccorsi, determinando l’arrivo di un elicottero per il trasferimento in ospedale. La gravità della situazione e la rapidità dell’intervento evidenziano quanto sia delicata l’assistenza neonatale in ambienti domestici, soprattutto in caso di complicazioni improvvise come lo choc emorragico, che richiede interventi immediati e strutture attrezzate.
Sull’episodio sono stati avviati accertamenti da parte dei carabinieri, che stanno ricostruendo le dinamiche del parto e verificando eventuali responsabilità, sia sul piano delle procedure seguite sia sul rispetto delle normative vigenti in materia di assistenza ostetrica a domicilio. Le indagini mirano anche a chiarire le condizioni in cui la neonata è stata assistita nelle prime ore di vita e il ruolo delle figure professionali coinvolte.
Il caso riapre il dibattito sul ricorso ai parti domiciliari, una pratica che, sebbene possa essere desiderata dalle famiglie per motivi di privacy e comfort, presenta rischi concreti quando insorgono complicazioni impreviste. Esperti di pediatria e ostetricia sottolineano come ogni parto, anche il più apparentemente semplice, possa evolvere rapidamente in situazioni di emergenza, rendendo fondamentale la presenza di personale medico qualificato e di strutture sanitarie adeguate.
La comunità locale è rimasta profondamente colpita dall’accaduto, mentre le autorità sanitarie invitano alla prudenza e al rispetto delle linee guida per la nascita sicura. L’evento evidenzia quanto sia cruciale il coordinamento tra assistenza domiciliare e pronto intervento ospedaliero, con protocolli chiari per ridurre al minimo i rischi per madri e neonati. La vicenda di Treviso conferma la necessità di monitorare attentamente i casi di parto in casa, bilanciando il desiderio di esperienze familiari più intime con la sicurezza clinica. Le indagini in corso forniranno ulteriori dettagli sulle cause e sulle dinamiche dell’accaduto, contribuendo a orientare le future linee guida e le normative per la tutela della salute dei neonati e delle madri.