“La scuola d’obbligo è una scuola di iniziazione alla qualità di vita piccolo borghese: vi si insegnano delle cose inutili, stupide, false, moralistiche, anche nei casi migliori” diceva Pier Paolo Pasolini nel 1975, quando la degradazione antropologica della società italiana era già palesemente tangibile. Frase provocatoria e tremendamente attuale: fra i tomi della scuola dell’obbligo si scorgono considerazioni e nozioni declarate come assiomi, palesemente faziose.
Nella collana “Zoom. Geografia da vicino”, edito dalla Loescher Editore di Torino, scritta da Luca Brandi, Guido Corradi e Monica Morazzoni, destinata alle scuole secondarie di primo grado, si possono evincere talune capziose valutazioni: in prima “Dall’Italia all’Europa”, in seconda “L’Europa: Stati e istituzioni” e in terza “I continenti extraeuropei”, paiono testi ampiamente nella norma ma, sfogliandoli, sovvengono alcuni dubbi.
L’integrazione viene posta come una risorsa indispensabile, uno spot per lo ius soli rivolto ai bimbi di 11 anni: si legge che l’Italia è terra di immigrazione, che gli immigrati sono una presenza indispensabile in alcuni settori lavorativi, come l’edilizia ed il lavoro domestico, l’assistenza a bimbi e anziani, che il nostro Paese, comunque, non favorisce adeguatamente l’integrazione. Gli autori continuano dicendo che i figli di stranieri nati in Italia non hanno diritto alla cittadinanza italiana, anche se vivono in Italia da sempre.
Acquistando “Zoom. Geografia da vicino” per la prima media, i genitori ricevono anche un libretto intitolato “In prima!”, un’introduzione allo studio della materia. Alla pagina 182 si evince che l’Italia è il quinto Paese europeo per numero di residenti stranieri, che gli stranieri residenti in Italia sono circa 4,5 milioni, il triplo di dieci anni prima: a corollario vi è una foto con un barcone carico di migranti al largo delle coste italiane, descritti, tranquillamente, come immigrati clandestini.
Se da parte degli insegnati non vi è stata alcuna spiegazione esaustiva, in merito ad un fenomeno complesso come quello dell’immigrazione, un testo del genere può solamente generare confusione o un indottrinamento volto all’occlusione mentale, e all’incapacità di discernere la realtà nelle sfumature che l’attraversano.