Un vigile è finito al centro di uno scandalo mediatico di proporzioni nazionali a Napoli, a causa della coraggiosa iniziativa di un cittadino il quale ha provveduto a filmarlo durante un’infrazione tristemente frequente nel nostro Paese. Una delle peggiori abitudini degli automobilisti italiani è infatti quella di vedere parcheggi dove non ve ne sono, con la scusa di fermarsi “soltanto per un minuto“.
Una pessima usanza che ha in una delle sue espressioni più controverse quella di occupare i posteggi riservati esclusivamente ai disabili. Le persone affette da disabilità infatti fanno più fatica a spostarsi senza automobile, pertanto se un individuo sano non avrà certo grandi problemi ad allungare il tragitto per un centinaio di metri da percorrersi a piedi rispetto alla propria destinazione, cio non vale per un disabile (per il quale quella distanza può rappresentare una vera e propria Odissea).
Una situazione della quale però il vigile in questione non ha tenuto conto, parcheggiando la propria vettura in un parcheggio riservato ai disabili come se fosse una cosa normale; un’infrazione resa ancora più grave dal ruolo ricoperto dal protagonista della vicenda in qualità di tutore dell’ordine e della legalità.
Così quando un passante ha notato l’accaduto, ha prontamente sfoderato il proprio smartophone per registrare quanto stava avvenendo. Nicola Pasquino, questo il nome dell’uomo, ha quindi postato il video su Facebook commentando l’accaduto sul social network.
Quando però Nicola ha fatto presente al vigile che si trattava di un’infrazione da sanzionare, la risposta dell’altro è stata incredibile: “Il soggetto in questione, lungi dall’imporre a sé stesso il rispetto del codice della strada ed ancor prima della civiltà, ha ovviamente rifiutato di farsi la multa, prima con la più classica delle scuse: ‘Se viene il disabile me ne vado’, poi con un ‘Io posso farlo e lei non mi può dire niente perché non è nessuno’“.
Successivamente nel video il vigile arriva addirittura ad insultare e minacciare Nicola, schernendolo insieme ad un collega per il suo senso civico, per poi – come smacco finale – tirargli addirittura uno schiaffo facendogli cadere a terra il telefono.