Era il gennaio 2016 quando Emanuele Colurcio ha chiesto al programma televisivo di Canale 5, “C’è posta per te“, di aiutarlo per ritornare insieme alla sua ex fidanzata. Maria De Filippi, presentatrice del programma Mediaset, ha così deciso di mandare in onda la sua storia ma, davanti a migliaia di telespettatori, la ragazza ha deciso di andarsene senza aprire la busta e, quindi, senza accettare le scuse dell’ex fidanzato.
Poco dopo la messa in onda della trasmissione Mediaset, arriva la notizia che vede Colurcio colpevole dell’aver accoltellato il nuovo compagno della ragazza, Domenico Di Matteo, ferendolo gravemente all’addome. Dopo la condanna iniziale, in primo e secondo grado, a 14 anni di carcere, la sentenza venne annullata, ed è di questi giorni la condanna definitiva dell’uomo.
Accoltella il nuovo compagno dell’ex: condannato a 8 anni
La vicenda è avvenuta nella zona dei Baretti di Chiaia, a Napoli. Era il gennaio del 2016 quando Colurcio è apparso nelle reti Mediaset per chiedere perdono alla sua ex ragazza ma, nonostante il grande gesto di fronte alle telecamere di Canale 5, la donna si è rifiutata di aprire la busta, e ha lasciato lo studio.
Dietro a quel rifiuto c’erano numerose vicende che sono venute alla luce solo in un secondo momento, quando Colurcio ha accoltellato il nuovo compagno della donna, per gelosia e vendetta, ferendolo gravemente all’addome: è iniziato così il processo a danno del ragazzo, allora 22enne, per tentato omicidio premeditato, porto illegale del coltello utilizzato per l’aggressione, e per atti persecutori sulla ex ragazza, con le aggravanti per motivi abietti e futili. Inizialmente, in primo e secondo grado, Colurcio venne condannato a 14 anni di reclusione, ma in Appello subentrò il legale dell’uomo che, presentando ricorso in Cassazione, riuscì ad annullare la sentenza limitatamente all’aggravante dei motivi abietti e futili.
Mercoledì è arrivata la notizia che vede la sentenza ufficiale per il tentato omicidio commesso da Emanuele Colurcio, che dovrà scontare 8 anni di reclusione.