Con grande rammarico e senso di responsabilità, mi vedo costretto a sporgere denuncia nei confronti di Luca Abete. Non si tratta di una scelta presa con leggerezza né con spirito polemico: è un atto necessario per difendere me stesso da quello che considero un accanimento mediatico e personale, portato avanti in modo sistematico e scorretto. Tutto ha avuto inizio con la pubblicazione, da parte dello stesso Abete, di un vecchio video risalente a oltre un anno fa, relativo a un episodio che coinvolgeva un commerciante di Napoli.
Il filmato è stato rilanciato sui social e presentato come se fosse attuale, decontestualizzando completamente i fatti e lasciando intendere, in modo subdolo e fuorviante, che io fossi complice o sostenitore di quell’episodio. Nulla di più falso. Quel contenuto, oltre a essere datato, era stato già oggetto di chiarimenti pubblici. Io stesso, all’epoca, avevo preso esplicitamente le distanze da quanto accaduto, condannando ogni forma di crudeltà, e manifestando solidarietà verso le persone coinvolte.
Queste mie dichiarazioni sono tuttora disponibili online, a conferma della mia posizione netta e trasparente. Dopo la ripubblicazione di quel vecchio video, ho deciso di intervenire attraverso alcuni contenuti in cui contestavo apertamente l’operato di Luca Abete, chiedendogli se fosse consapevole di avermi inserito in un contesto ormai superato, e soprattutto fuorviante. L’obiettivo non era alimentare polemiche, ma sollecitare una rettifica, un confronto basato sulla verità dei fatti. Purtroppo, invece di fare chiarezza, Abete ha preferito rilanciare.
Poco dopo, ha pubblicato un nuovo servizio che mi riguardava direttamente, montato con spezzoni di vecchi video estrapolati da contesti completamente differenti. Il risultato è stata una narrazione distorta, in cui si suggeriva che io stessi compiendo spedizioni punitive. Un’accusa gravissima e totalmente infondata. In realtà, in quella circostanza, ero presente sul posto insieme ai carabinieri. Ogni mia azione era autorizzata e svolta nel pieno rispetto della legge. Esistono denunce, documenti ufficiali, testimonianze e persino materiale video che dimostrano senza ombra di dubbio che la mia presenza era legittima e supportata dalle forze dell’ordine. Tutto questo materiale sarà consegnato alla Procura della Repubblica. Luca Abete era a conoscenza di questi elementi.
Gli erano stati forniti chiarimenti, ma ha comunque deciso di diffondere un video manipolato, omettendo volutamente i dettagli fondamentali per offrire una rappresentazione fedele dei fatti. Le conseguenze sono state bruttissime: sono stato pubblicamente accostato a contesti malavitosi, etichettato come violento, screditato a livello personale e professionale. Per questo motivo ho deciso di agire legalmente, sporgendo denuncia per diffamazione aggravata e falsificazione dell’informazione. Sto raccogliendo screenshot, commenti, testimonianze e ogni elemento utile a dimostrare la gravità e l’intenzionalità del danno subito. Non ho difficoltà ad ammettere che, in passato, ho commesso errori nei toni. In momenti di grande stress, ho usato parole inappropriate, soprattutto in un periodo in cui stavo affrontando forti pressioni personali e familiari: mia figlia era stata affrontata, e l’ansia per la sua sicurezza era enorme.
Non cerco giustificazioni, ma chiedo comprensione per il contesto umano e psicologico in cui certe reazioni sono maturate. Ciò che tengo a ribadire con assoluta fermezza è che ho sempre agito nel rispetto della legalità. Ogni mia iniziativa sul territorio è stata svolta in collaborazione con le autorità. Chi oggi tenta di costruire una narrativa differente lo fa con l’obiettivo di screditare il mio operato e la mia persona. Ma io continuerò a difendermi, come ho sempre fatto, con i fatti e con la verità.