Napoli, mamma aggredita dal marito di una maestra. Voleva chiarimenti su una presunta violenza a danno del figlio

Si era recata alla scuola elementare del figlio per chiedere spiegazioni riguardo un presunto atto di violenza che la maestra avrebbe fatto sul figlio di 6 anni, ma è stata aggredita dal marito di questa.

Napoli, mamma aggredita dal marito di una maestra. Voleva chiarimenti su una presunta violenza a danno del figlio

Quello che sembrerebbe essere un duplice episodio di violenza è avvenuto a Napoli, presso l’Istituto Comprensivo Campo del Moroncino Umberto I in piazza Guglielmo Pepe.

A denunciare l’accaduto è Anna Pignotti, mamma di uno dei bambini che frequenta la prima elementare dell’istituto dopo aver saputo di un presunto episodio di violenza contro il figlio. Per questo motivo si è recata a scuola per un colloquio con la maestra di matematica; qui, la mamma è stata aggredita dal marito dell’insegnante.

L’indagine interna nella scuola

La vicenda è accaduta lunedì scorso, dopo che una mamma ha riferito ad Anna Pignotti che la maestra di matematica aveva spinto nel corridoio Antonio, il figlio di 6 anni, per poi colpirlo con due schiaffi poichè si rifiutata di contare fino a venti.

Per questo motivo, la madre, preoccupata da queste comunicazioni, si è recata a scuola per poter chiarire la vicenda con la maestra; al momento della discussione era presente anche il marito di questa. Da quanto è stato raccontato dalla stessa vittima, al culmine di una discussione verbale molto accesa, l’uomo ha aggredito la donna. Curata presso l’ospedale della zona, sono stati riscontrati graffi e ferite su collo e viso.

Il Preside, dopo aver concesso alla maestra un periodo di malattia da lei richiesta, ha fatto partire un’indagine interna per comprendere nei dettagli l’accaduto; l’insegnante, infatti, ha rilasciato una testimonianza completamente diversa da quella data dalla mamma. Secondo la maestra di matematica, infatti, sarebbe stata la madre ad aggredirla e, per questo, il marito l’ha difesa. “Siamo stanche di doverci preoccupare della tutela dei nostri figli in posti che dovrebbero proteggerli ed educarli“, ha affermato la vittima.

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