Napoli: il re dei parcheggiatori abusivi vanta il primo posto con 740 verbali

Giancarlo, re dei parcheggiatori abusivi, ha perso il conto dei verbali, ma si dice pronto a lasciare se le istituzioni gli offrissero un lavoro per mantenere la sua famiglia.

Napoli: il re dei parcheggiatori abusivi vanta il primo posto con 740 verbali

Dal 2011 ad oggi, la polizia municipale gli ha verbalizzato 740 multe. Ma lui, Giancarlo, il re dei parcheggiatori abusivi, dice di aver “perso il conto” di quanto teoricamente dovrebbe pagare. In sua difesa una moneta lasciatagli da una donna, ancora 17 anni fa, senza che lui chiedesse nulla, e da quel giorno, quello del parcheggiatore, anche se abusivo, per Giancarlo è diventato un lavoro.

Lo si trova al “lavoro” sulle strade non lontane dal Comune e dal castello Maschio Angioino. Come lui, almeno altri tremila illegali, cercano di guadagnarsi da vivere in questo modo. Per le forze dell’ordine questo è un grave problema; Antonio di Costanzo in napoli.repubblica.it parla di “un profitto di milioni di euro“, che le autorità non riescono a fronteggiare. 
Intervistato da Repubblica, Giancarlo si vanta di essere il “più multato della Campania e forse d’Italia”, dato a lui confermato da fonti ufficiali. Nonostante le multe, Giancarlo resta al lavoro e chiede: “E dove dovrei andare? Che altro potrei fare?“, si dice anche pronto a lasciare se le istituzioni gli offrissero una alternativa come quella di poter essere riconosciuto e aiutato.

Le motivazioni di Giancarlo

Il carcere, conseguenza possibile per questa sua attività illegale, non fa paura a Giancarlo, anzi racconta la sua precedente esperienza in maniera positiva. L’uomo, in passato, ha trascorso a Poggioreale qualche mese: “Ho lavorato 11 mesi come cuoco nella cucina centrale del carcere, ero inquadrato e avevo una busta paga. Guadagnavo 550 euro al mese, più gli assegni familiari. Ero io a mandare i soldi a casa, a mia moglie“.

Giancarlo racconta che prima di fare il parcheggiatore abusivo lavorava come cuoco in un ristorante, ma lavorando in nero e sentendosi sfruttato si è licenziato. Quindi ha iniziato a fare il guardamacchine un po’ per caso: “per non incappare in un controllo della polizia, perché ero pregiudicato, deviai per via Leoncavallo” qui dei muratori gli offrirono una sigaretta, arrivò una signora che gli chiese se poteva parcheggiare. Gli diede una moneta da due euro. Un secondo automobilista fece lo stesso. Così, 17 anni fa, Giancarlo, cominciò la sua nuova attività.

Nessuno è costretto a pagare e non c’è una tariffa fissa di compenso al parcheggiatore e per questo Giancarlo si sente tranquillo e rassicura l’intervistatore che a sua volta non deve dare nulla a nessuno, non c’è camorra o criminalità organizzata alle sue spalle. 

Secondo le forze dell’ordine i parcheggiatori abusivi guadagnano molto, ma Giancarlo, pur riconoscendo che persone semplici e quelli della “cosiddetta cattiva società” gli danno sempre qualcosa, si difende dicendo che non è vero e lavorerebbe volentieri in modo diverso. Se lo Stato lo aiutasse smetterebbe subito e invoca sotto forma di domanda: “l’articolo della Costituzione sul diritto al lavoro?“.

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