Napoli, guardia giurata si toglie la vita: turni massacranti

Una guardia giurata di 57 anni si è tolto la vita durante il turno di lavoro. "Lo stress ed i turni estenuati hanno preso il sopravvento", così spiega la tragedia il presidente delle guardie giurate.

Napoli, guardia giurata si toglie la vita: turni massacranti

Si ritorna a parlare del lavoro estenuante delle guardie giurate, dei pochi soldi che guadagnano e dei turni massacranti che devono sostenere; spesso, così come testimoniano i molti casi avvenuti negli ultimi anni, questi fattori incidono sulla volontà di molte persone di togliersi la vita. Così è stato anche per il 57enne Giuseppe Langella, che nella notte di sabato scorso ha scelto di farla finita.

Il 57enne lavorava presso lo stabilimento Q8 di Napoli, ed è stato qui che si è sparato al cuore con la pistola d’ordinanza durante il turno di lavoro, allontanandosi per qualche istante dai colleghi. A commentare il tragico gesto è stato il presidente delle guardie giurate, Giuseppe Alviti, che vuole fare chiarezza sui molti problemi lavorativi ed economici che devono affrontare le guardie giurate, e che da tempo ormai denunciano.

Il caso

Dei turni estenuanti, uno stress continuo e mille euro al mese che non bastavano, questi tra i motivi principali che avrebbero spinto il 57enne Giuseppe Langella a togliersi la vita nella notte di sabato scorso, lasciando così moglie e due figli.

Quella notte Langella era in servizio allo stabilimento Q8 di Napoli, e ha lasciato i colleghi per compiere il solito giro della struttura. Quando le altre guardie hanno notato che il collega non faceva più ritorno, si sono insospettiti e sono così corsi a cercarlo, facendo la drammatica scoperta. Langella si era tolto la vita sparandosi un colpo al cuore con la pistola d’ordinanza. Inutile l’arrivo dei soccorsi che hanno potuto solo costatare il decesso della guardia giurata.

A parlare della vicenda è stato il presidente delle guardie giurate, Giuseppe Alviti, che ha voluto riaccendere i riflettori sulle loro condizioni lavorative che da tempo continuano a denunciare senza ottenere alcun risultato. Alviti vuole fare chiarezza sulle motivazioni che hanno spinto Langella a commettere il suicidio, e migliorare le qualità di lavoro delle guardie che da tempo si vedono negare i loro diritti.

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