Urla la bufera sulle carceri italiane: dopo l’assurda vicenda dei due detenuti evasi dalla prigione di Rebibbia, che per fuggire avevano clamorosamente annodato delle lenzuola per poi dileguarsi in autobus, quest’oggi è stata registrata un’altra fuga rocambolesca.
Lo scenario è sempre quello delle carceri del Centro-Sud Italia, sebbene le dinamiche di questa evasione siano differenti rispetto al caso di Catalin Ciobanu e Mihai Florin Diaconescu. I due detenuti scappati dalla prigione di Rebibbia erano infatti riusciti ad avere la meglio del sistema penitenziario mentre si trovavano all’interno delle mura del carcere.
La recente evasione invece è avvenuta in quel di Napoli, dove il prigioniero ha approfittato di una disattenzione delle guardie durante un periodo di degenza in ospedale per riuscire a far perdere le proprie tracce, in barba agli agenti di polizia.
L’uomo era infatti stato trasportato presso l’ospedale Cardarelli del capoluogo partenopeo, dopo aver lamentato problemi di salute. Come accade di consueto in questi casi, gli agenti lo avevano scortato fino alla struttura ospedaliera in modo che potesse ricorrere alle migliori cure del caso.
Il quadro clinico presentato dal prigioniero era infatti stato giudicato grave dai medici del carcere, che avevano stabilito una sua dislocazione presso una struttura specializzata. Ma approfittando della minore sorveglianza che giocoforza viene applicata all’interno dell’ospedale, il prigioniero è riuscito a fuggire questa mattina.
Un altro smacco per il nostro sistema penitenziario dunque, già al centro delle polemiche per il sovraffollamento delle carceri, ed altre evasioni che hanno messo in evidenza le sue falle. In questo caso non sono stati resi noti i capi d’accusa a carico del detenuto fuggito, ma si sa che sarebbe dovuto rimanere in carcere fino al 2030.