Napoli, dopo il caffè sospeso nasce il panaro sospeso per aiutare le famiglie impoverite dal Coronavirus

A via Santa Chiara, un quartiere storico di Napoli, spunta - con la scritta “Chi può metta, chi non può prenda”- il panaro sospeso per aiutare le famiglie vittime dal Coronavirus.

Napoli, dopo il caffè sospeso nasce il panaro sospeso per aiutare le famiglie impoverite dal Coronavirus

Il caffè sospeso è una abitudine tipicamente napoletana, in cui un cliente abitudinale di un bar dona una consumazione di una tazzina di caffè. In questo modo, quando una persona bisognosa entra nel posto, può chiedere se c’è un caffè sospeso e, in caso di risposta affermativa, riceve gratuitamente la sua consumazione.

Questa pratica è stata poi sperimentata anche nei bar della Bulgaria, Irlanda, Regno Unito, Francia, Belgio, Russia e Argentina. Proprio in quest’ultimo paese esiste anche “l’empanada pendiente“, in cui vengono offerte le tradizioni alimentari di quella zona.

Nasce il panaro sospeso: ecco di cosa si tratta

A via Santa Chiara, in pieno centro storico di Napoli, da un palazzo sono stati calati due “panari” con la scritta: “Chi può metta, chi non può prenda“. Questa è una chiara citazione di San Giuseppe Moscati. Il medico, canonizzato da Papa Giovanni Paolo II nel 1987, che passò la vita al servizio dei poveri, invitava le persone in condizioni economiche agiate a fare un’offerta, e i poveri a prendere il denaro di cui avevano bisogno.

L’obbiettivo dei due panari è molto semplice: chi può permettersi di offrire alimenti di prima necessità, come pasta e farina, riempie il cesto, mentre la gente più bisognosa prende solamente la merce che più gli serve per dare da sfamare la propria famiglia.

Angelo Picone, ideatore del “panaro sospeso”, ha dichiarato: “È stata una cosa spontanea, ci viene naturale la solidarietà, faccio sempre queste cose con le associazioni nel quartiere e visto che dobbiamo stare a casa ora lo facciamo anche da casa”.

Il tutto è nato dopo aver condiviso un suo pranzo con i senzatetto per poi allargare il giro ad altre persone: “Abbiamo condiviso il pranzo una volta due, poi sono venute due, tre, anche cinque o sei persone, così abbiamo fatto il nostro paniere e la gente del quartiere sta rispondendo in maniera bella e solidale, è emozionante”.

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