Napoli divisa tra cento clan di camorra, ma solo due cartelli controllano la città

Per il giornale de Il Mattino, Napoli è sotto il tacco di due gruppi egemoni: l'Alleanza di Secondigliano e il clan Mazzarella. Per il procuratore Riello i giudici a Napoli andrebbero triplicati per fronteggiare l'emergenza camorra

Napoli divisa tra cento clan di camorra, ma solo due cartelli controllano la città

I clan della camorra a Napoli sono oltre cento, ma a controllare la città sono soprattutto due cartelli: l’Alleanza di Secondigliano e il clan Mazzarella, circondati da una costellazione di piccoli gruppi alleati. È questa la fotografia criminale della metropoli partenopea immortalata dal quotidiano napoletano de Il Mattino.

I due cartelli controllano non solo le attività illecite della città, con in testa il traffico di stupefacenti, ma anche gran parte delle attività lecite, attraverso il riciclaggio di denaro sporco investito nei settori più proficui, con i secondiglianesi che sono stati i veri inventori del commercio di prodotti contraffatti, come raccontato anche nel libro Gomorra.

L’Alleanza di Secondigliano, composta dalle famiglie Licciardi, Mallardo e Contini, ha la sua base nel quartiere settentrionale di Secondigliano, mentre i Mazzarella hanno base logistica nel rione orientale di San Giovanni, anche se da tempo hanno esteso le loro ramificazioni nel centro di Napoli, dopo il tramonto della storica famiglia camorristica dei Giuliano di Forcella.

Entrambi i cartelli hanno sostituito il clan Di Lauro, decimato da arresti e omicidi, nella gestione del traffico di droga. E ultimamente si stanno contendendo il quartere potenzialmente più lucrativo di Napoli: Bagnoli. Un quartiere localizzato a Ovest della città e che è al centro di suggestivi progetti turistici grazie alla sua posizione sul mare.

Basta una scintilla e il rischio che i due cartelli possano scontrarsi a colpi di morti ammazzati per aggiudicarsi gli appalti che scenderebbero a pioggia sul nuovo El Dorato di Napoli è più che una ipotesi, come sottolinea anche il procuratore di Napoli Luigi Riello, che parla di una situazione pericolosa, tenuto conto che la camorra sta cercando di mettere le mani anche sui finanziamenti edilizi post pandemia.

Napoli è caso nazionale – ha spiegato Riello-troppi omicidi, i clan proliferano e mancano i magistrati”. Per Riello, il numero dei giudici per le indagini preliminari andrebbe triplicato, così come sarebbe indispensabile, per evitare infiltrazioni criminali, costituire una cabina di regia per controllare i fondi del Pnrr.

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