Arzano: agguato in un centro estetico, spari e terrore, due morti

Ad Arzano, in provincia di Napoli, killer in azione come nel film Gomorra. Due donne colpite di striscio; ucciso il boss Ciro Casone, esponente di spicco della mala locale; Vincenzo Ferrante ucciso per sbaglio. Iniziata una nuova guerra di camorra?

Arzano: agguato in un centro estetico, spari e terrore, due morti

Killer in azione in un centro estetico di Arzano, nel napoletano, come gli attori del film di Gomorra.

L’obiettivo era uccidere un boss del clan Moccia ma, a cadere sotto una gragnuola di colpi, non è stato il solo Ciro Casone, 58 anni, ras di Arzano, obiettivo numero uno; i killer hanno ammazzato per sbaglio anche Vincenzo Ferrante, 33 anni, fratello del titolare del centro estetico, dove Ciro Casone, inseguito da due assassini, aveva cercato inutile riparo. Il boss è stato centrato alla schiena e alla testa non appena ha messo piede nel centro estetico, stramazzando sul pavimento nella zona dei box del solarium.

Vincenzo Ferrante, invece, che si trovava nel retro del locale, al rumore degli spari è uscito nalla zona dei box dei lattini abbronzanti, ed è stato colpito da almeno 5  proiettili che lo hanno centrato al torace e al volto, rendendolo irriconoscibile; è stato ammazzato per sbaglio perchè scambiato per il guardaspalle del boss. E il conto dei morti ammazzati poteva essere quello di una vera e propria strage, perchè i killer hanno continuato a sparare contro tutto quello che si muoveva, tanto che alcune schegge di proiettili hanno ferito di striscio anche la moglie del boss e una sorella della seconda vittima.

L’agguato è avvenuto qualche minuto prima delle 19 nella centralissima via Luigi Rocco, trafficata e piena di pedoni. Il crepitare delle armi ha scatenato un’ondata di terrore, con la gente che correva a nascondersi in quei pochi portoni aperti, o accovacciata dietro le auto in sosta. In  questa stessa strada, ad appena dieci metri dal centro estetico dove si è consumato il delitto, fu ucciso Nunzio Esposito, un altro referente dei Moccia, freddato alla guida di una panda dentro la quale c’era anche la moglie; una coincidenza davvero molto singolare.

L’allarme è scattato qualche secondo dopo la fine della sparatoria. Sul posto sono arrivati i carabinieri della compagnia di Casoria, diretta dal capitano Pierangelo Innicca e i militari della locale tenenza; un notevole spiegamento di forze, coordinato sul posto dallo stesso comandante provinciale, il colonnello Marco Menicucci. 

Nei pressi del centro estetico si sono radunati numerosi familiari delle vittime e la tensione è salita a livelli di guardia, ma per fortuna è stata tenuta sotto controllo. Secondo una prima ricostruzione, ad agire sarebbero stati due sicari, con il volto coperto dai caschi integrali e a bordo di una moto Honda. Probabilmente si sono appostati in una zona scarsamente illuminata, a qualche decina di metri dal centro estetico. Gli assassini, che evidentemente conoscevano le abitudini di Ciro Casone, hanno atteso che il loro obiettivo scendesse dalla sua auto per avviarsi a piedi nel centro estetico. Ma non si è boss per caso. A Ciro Casone è bastato sentire il rombo del motore della moto per capire che era finito in trappola.

Il capozona dei Moccia si è messo a correre quanto più veloce possibile, il boss ha avuto appena il tempo di fare due passi verso l’interno del salone, che è stato abbattuto. Poi gli assassini hanno completato la loro missione di morte. Questo delitto potrebbe essere l’inizio di una nuova guerra di camorra.

Continua a leggere su Fidelity News