La sua famiglia era di fede islamica, ma lei aveva deciso di convertirsi al cristianesimo: per questo motivo una giovane Rom (la quale ha vissuto gran parte della sua vita come musulmana prima di scegliere di diventare cristiana) è stata massacrata in famiglia qualche giorno fa ad Olbia (OT). Responsabile dell’aggressione il suocero della ragazza, il quale l’ha ferita a più riprese con un coltello ed un paio di forbici per punirla della sua apostasia. La vicenda ha indignato l’intera Sardegna, dando un’ulteriore prova di quanto la religione possa essere uno straordinario vettore di odio, intolleranza e divisione.
L’uomo, un rom bosniaco di 52 anni, ha seviziato la 22enne davanti agli occhi del marito, rimasto fermo ad osservare la scena, ed è stato accusato di maltrattamenti aggravati e reiterati. Non era infatti la prima volta che il suocero della giovane si arrogava la libertà di infierire sulla moglie di suo figlio, in seguito alla sua decisione di abbandonare l’Islam per abbracciare la fede cristiana. L’ultimo smacco era arrivato quando la ragazza, dopo essersi allontanata dalla fede musulmana, aveva deciso di far battezzare il figlio di un anno e mezzo.
Una decisione che aveva mandato su tutte le furie il nonno: non avrebbe mai accettato un nipotino cristiano e battezzato. Per questo ha deciso di “far giustizia” torturando la ragazza con le lame; la sventurata giovane è stata ricoverata in ospedale con una diagnosi di fratture multiple e ferite guaribili in circa 40 giorni. Ma ulteriori indagini hanno fatto emergere che la donna era stata maltrattata più volte dal suocero negli anni precedenti: già nel 2013 e nel 2014 la 22enne era stata ricoverata in ospedale con lesioni gravi, ma non aveva mai sporto denuncia.
Il nonno, capofamiglia di fede musulmana, è stato trasferito dagli inquirenti presso la Casa circondariale di Sassari-Bancali, mentre la vittima ed il figlio sono stati portati via dal campo rom dove avevano vissuto per anni nella paura fino all’ultima, terribile aggressione.