Mostro di Firenze, archiviate le indagini

La vicenda del mostro di Firenze prende una nuova piega, è stata archiviata l'indagine sugli ultimi due indagati per gli omicidi commessi.

Mostro di Firenze, archiviate le indagini

La storia del mostro di Firenze è un appellativo giornalistico che si riferisce agli omicidi avvenuti nella provincia di Firenze tra il 1968 e il 1985. Le caratteristiche principali del modo di esecuzione che caratterizza di omicidi del mostro di Firenze sono quelle di uccidere principalmente coppie, tutte con la stessa arma, cioè una pistola semiautomatica Beretta calibro 22 long Rifle, e in molte occasioni colpire i cadaveri anche con un coltello.

Questi omicidi non sono mai stati seguiti da un’attività sessuale vera e propria anche se sono considerati omicidi con movente sessuale, perché si è trovata una forma di attività sessuale sostitutiva, cioè l’uso di un’arma da taglio per asportare organi genitali

Ad oggi l’inchiesta avviata dalla Procura di Firenze ha portato a varie condanne; il 10 novembre c’è stata una svolta voluta dal gip di Firenze Angela Fantechi, che ha disposto l’archiviazione e l’inchiesta sugli ultimi due indagati per gli omicidi attribuiti a questa storia.

I due protagonisti in questione sono Giampiero Vigilanti, ex legionario di ottantanove anni, e Francesco Caccamo, medico di famiglia dell’ex soldato della Legione straniera, di 88 anni. Il gip di Firenze Angela Fantechi ha rigettato la domanda di opposizione dell’archiviazione fatta dall’avvocato Vieri Adriani, legale della famiglia delle vittime dell’ultimo omicidio attribuito al mostro, avvenuto nel settembre 1985 a Scopeti a carico di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili.

Entrambi sono stati uccisi durante un soggiorno all’interno della loro tenda in campeggio, nella notte di un sabato di settembre, Jean Michel con 12 coltellate mentre cercava di scappare tra i boschi, mentre alla donna – dopo averla uccisa – sono stati asportati sia il pube che la mammella, che è stata successivamente inviata alla Procura della Repubblica di Firenze, in una busta indirizzata alla dottoressa Silvia Della Monica, magistrato incaricato delle indagini.

Inoltre, si pensa che l’assassino avesse l’intenzione di ritardare la scoperta dei corpi perché aveva inviato la lettera in modo che arrivasse prima; questo piano, però, è stato mandato all’aria dal fatto che i corpi sono stati trovati prima dell’arrivo della lettera.

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