Morto Donato Bilancia, il "serial killer dei treni": ucciso dal Covid-19

L'uomo si è spento poche ore fa nel carcere Due Palazzi di Padova, dove era detenuto. Considerato l'autore di 17 omicidi, era stato condannato a 17 ergastoli e a 16 anni per un tentato omicidio. Si era iscritto anche ad un corso di laurea.

Morto Donato Bilancia, il "serial killer dei treni": ucciso dal Covid-19

Si è spento presso il carcere Due Palazzi di Padova, Donato Bilancia, considerato il “serial killer dei treni” e soprannominato anche “il serial killer delle prostitute”. Si tratta di una persona a cui sono attribuiti una serie di delitti avvenuti tra il 1997 e il 1998 in Italia, precisamente tra la Liguria e il Piemonte. Quando fu catturato dall’autorità giudiziaria, dopo serrate indagini, venne trasferito al carcere di Marassi a Genova, poi da lì fu trasferito a Padova, dove era appunto attualmente detenuto.

Secondo quanto riferiscono i media locali e nazionali, Bilancia diverso tempo fa aveva contratto il Covid-19. Ed è stato proprio il coronavirus Sars-CoV-2 a causargli diverse complicazioni e a toglierli la vita. Il suo arresto avvenne nel 1998 e gli inquirenti riuscirono ad arrivare a lui in quanto trovarono un’auto che solitamente usava per i suoi spostamenti, almeno così riferisce la testata giornalistica Leggo.it, che ha riportato la vicenda sulle sue pagine online.

L’omicidio sull’Intercity La Spezia-Venezia

Come già detto in apertura l’uomo, che aveva attualmente 69 anni, era considerato il responsabile di una serie di efferati omicidi avvenuti nel nostro Paese. In particolare, l’opinione pubblica ricorda quanto accadde sull’Intercity La Spezia – Venezia il 12 aprile del 1998. Il convoglio stava viaggiando tranquillamente quando, all’improvviso, però Bilancia si recò presso una toilette che si trovava all’interno del treno e scassinò la porta.

Qui trovò la sua vittima, Elisabetta Zoppetti. A quel punto, una volta aperta la porta del bagno, Donato Bilancia sparò nei confronti della donna, uccidendola sul colpo. Il treno venne fermato e sul posto si recarono le forze dell’ordine per tutti i rilievi del caso. L’accaduto provocò sgomento in tutto il Paese e la stampa ne parlò molto. All’epoca, le forze di polizia erano già sulle sue tracce.

Nato nel 1951 a Potenza, in Basilicata, una volta arrestato Bilancia ha trascorso molti anni in cella. Quattro anni fa però si è diplomato in ragioneria con una tesi sul welfare, la quale è stata scritta sia in inglese che in francese. L’uomo stava cercando di cambiare completamente vita, e difatti si era iscritto anche ad un corso di laurea in Progettazione e gestione del turismo culturale. Visto il suo comportamento e la sua buona condotta, le autorità gli avevano concesso il suo primo permesso nel 2017. 

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