“Speravo in una pena più giusta, sono molto delusa“. Questo il commento a caldo di Emma Marrazzo all’uscita dall’udienza preliminare del processo per la morte della figlia Luana D’Orazio. Durante l’udienza, che si è svolta giovedì 27 ottobre a Prato, il giudice Francesca Scarlatti ha accolto la richiesta di patteggiamento per due dei tre imputati.
Luana Coppini, la titolare della ditta di Montemurlo in cui è avvenuto l’incidente sul lavoro costato la vita alla giovane mamma 22enne, ha patteggiato 2 anni , mentre per il marito Daniele Faggi ha ottenuto un anno e sei mesi, ma per entrambi la pena è stata sospesa con condizionale. La ditta dovrà pagare una sanzione pecuniaria di 10.300 euro.
Niente carcere quindi per i titolari della Orditura Luana, dove il 3 maggio del 2021 la giovane D’Orazio fu uccisa dopo essere stata risucchiata da un macchinario tessile al quale erano stati rimossi i sistemi di sicurezza per ottenere maggiore produttività. Nessuno dei due era presente in aula giovedì mattina, mentre immancabile era Emma Marrazzo, che dalla scomparsa della figlia si batte per avere giustizia.
Davanti al Tribunale di Prato, la Signora Marrazzo ha commentato: “Andremo avanti per la nostra strada. Mi dicevano tutti: ‘Tanto nel mondo del lavoro non cambia niente, cosa vuoi cambiare? Forse avevano ragione. Aspettavo un pò più di rispetto, qualcosa in più. Ho sempre detto no alla vendetta, volevo stoppare le morti sul lavoro ma ne avvengono ancora tante. Penso che le persone potranno commentare questa sentenza, non sarò io a farlo. Luana simbolo di cosa? di tanti morti“.
Rinviato a giudizio il tecnico manutentore dell’orditoio, Mario Cusimano, per il quale il processo inizierà il prossimo dicembre. In questa sede dovrà dimostrare di non essere stato lui a rimuovere i dispositivi di sicurezza dall’orditoio che agganciò e stritolò la giovane apprendista.