Una storia, quella che sto per raccontarvi, che inizia con una confidenza tra amiche: Benedetta ascolta la triste esperienza vissuta dalla sua migliore amica che, mentre si recava sul posto di lavoro in autobus, a Genova, ha visto un uomo masturbarsi davanti a lei, senza che nessuno dei presenti e dei membri del personale dell‘autobus di linea, facesse qualcosa per aiutarla, fermando il molestatore.
Nel denunciare l’accaduto, dicono le ragazze, un carabiniere che ha ascoltato la vittima, avrebbe detto: “Una cosa orrenda, però se lo lasci dire: lei è davvero una bella ragazza”.
La scelta di agire
A quel punto Benedetta decide di raccontare la storia della sua migliore amica in un post su Instagram, divenuto subito virale, in cui tante ragazze si sono rivolte alle 2 giovani per raccontare le loro esperienze; tutte raccolte in una lettera indirizzata al Sindaco di Genova e al presidente della Regione Toti.
Sono in tutto 336 le testimonianze raccolte…testimonianze di violenze avvenute a Genova, al punto che Benedetta ha deciso di raccogliere firme per chiedere alle autorità corsi di formazione sulla violenza e le microaggressioni per le forze dell’ordine, il personale degli autobus di linea locali e le scuole.
La raccolta firme, su Change.org, conta ormai 12 mila nomi ed è arrivata in Consiglio Comunale e in Consiglio Regionale. Il Sindaco di Genova e il Presidente della Regione Liguria si sono impegnati per aprire un tavolo di lavoro tra Regione, Centri Antiviolenza, Ufficio Scolastico Regione, Università e forze dell’ordine, programmando azioni di sensibilizzazione e formazione rivolte alla cittadinanza ligure.
Benedetta si è affidata ai social per parlare di questo argomento molto forte, ricevendo anche messaggi di chi non ci credeva e lo scetticismo di altri, al punto da decidere di pubblicare alcune storie raccolte, come quella di Matilde, molestata a soli 13 anni in autobus e poi, a 18, costretta a masturbare un uomo, sempre in autobus, approfittando della folla e del poco spazio a disposizione, senza che nessuno intervenisse a salvarla.Solo dopo che lui è fuggito, un’anziana le avrebbe allungato un fazzoletto, dicendo: “Tieni, pulisciti, sono cose che capitano”.