Modena: fermati 4 minorenni, accusati dell’omicidio di un 20enne rinvenuto in una valigia

Il macabro ritrovamento è avvenuto sabato pomeriggio in un'appartamento nei pressi della stazione di Modena: ad aver ucciso il ventenne, di origini cinesi, un gruppo di 5 ragazzi, quasi tutti probabilmente minorenni, gran parte dei quali già fermati.

Modena: fermati 4 minorenni, accusati dell’omicidio di un 20enne rinvenuto in una valigia

Sabato pomeriggio, in un appartamento di Piazza Dante Alighieri, a Modena, non lontano dal centro e dalla stazione ferroviaria, si è consumato un efferato omicidio, le cui origini sono da ricercare in un rapporto omosessuale conclusosi tragicamente col ritrovamento, in una valigia, del corpo ancora caldo di Congliang Hu, detto “Leo”, uno studente di 20 anni di origini cinesi.

Secondo il procuratore capo di Modena, Lucia Musti, Leo avrebbe conosciuto il suo aguzzino a Prato, in una delle tante occasioni in cui si recava in città per andare a trovare il padre, impiegato in un’industria tessile della zona: da quella che inizialmente era una semplice simpatia, sarebbe nata una vera e propria relazione, con tanto di foto osé rinvenute sul cellulare della vittima, poi interrotta dal minorenne coinvolto.

Leo, a quel punto, avrebbe minacciato la divulgazione delle foto se il ragazzo non fosse tornato sui suoi passi: un ricatto che gli è stato fatale, visto che il colpevole, allestita una spedizione punitiva con 4 suoi amici, si è recato a Modena, ed è andato a casa di Leo, con la scusa di un rapido saluto, così per tranquillizzare Andrea Giberti, il noto avvocato modenese compagno della madre del ventenne, impegnato a lavorare al computer in un’altra stanza.

Chiusisi nella camera di Leo, i 5 lo hanno soffocato, e ne hanno nascosto il cadavere ancora caldo nella stessa valigia semi-rigida che il ventenne usava per stare qualche giorno dal padre, meditando di portarsela dietro: poi, probabilmente spaventati da qualcosa, hanno preferito abbandonarla nella stanza, e lasciare l’appartamento, sempre con una scusa, spiegando al Giberti che se ne andavano pure loro, dacché “Leo era uscito“.

Una spiegazione, questa, che ha finito col lasciare più di una qualche perplessità nell’avvocato che ha chiesto alla sua compagna di tornare a casa: la donna, madre del ragazzo, ha subito notato qualcosa di strano una volta varcata la soglia della sua stanza: gli abiti che Leo teneva nella valigia erano tutti sparsi sul letto, come se quest’ultima fosse stata frettolosamente svuotata. Da qui l’agghiacciante sospetto, che l’ha indotta ad aprire immediatamente la valigia, nella quale ha rivenuto il corpo del figlio, al quale – in tal modo – si era voluto tappare la bocca.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Katia Marini, ed affidate alla squadra mobile del dottor Marcello Castello, vice questore aggiunto di Modena, hanno subìto un improvviso sprint grazie al contributo fondamentale delle telecamere di sorveglianza della stazione di Modena, che hanno ripreso sia i connotati dei cinque ragazzi coinvolti (all’uscita dalla palazzina), che il particolare – una chioma verde – di uno del gruppo. In seguito, 3 dei ragazzi, minorenni tra i 16 ed i 17 anni, sono stati fermati nella giornata di domenica, tra Prato e Modena, con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato e occultamento di cadavere, mentre un quarto si è costituito nel pomeriggio, in Toscana.

Ne rimane a piede libero ancora uno, ma le ricerche, concentrate nell’ambiente reticente della China Town pratese, potrebbero presto metterlo alle strette, vanificandone la fuga.

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