Proseguono senza sosta le indagini attorno al decesso di Laila El Harim, la 40enne di origine marocchina morta sul posto di lavoro lo scorso agosto mentre lavorava nell’azienda Bombonette di Camposanto, in provincia di Modena. Secondo quanto emerso dalle indagini effettuate dalla Procura, il macchinario con cui Laila stava lavorando, una fustellatrice, sarebbe stato modificato per accelerare la produzione. Per il decesso della 40enne sono indagati il fondatore dell’azienda, un 86enne e datore di lavoro di Laila, e il delegato alla sicurezza.
A costoro i magistrati contestano anche l’aggravante della violazione delle norme antinfortunistiche. L’azienda è invece indagata come soggetto giuridico. Quel giorno in cui morì Laila stava regolando i “pareggiatori in gomma” della macchina rimanendo incastrata nella parte posteriore del macchinario. Quest’operazione è finita sotto la lente di ingrandimento e serviva per il cambio del formato in lavorazione.
Nessuna formazione
Gli investigarori hanno poi accertato come nei 60 giorni antecedenti la sua assunzione, la 40enne non sia stata adegutamente formata sul lavoro che dovess svolgere, nè per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro. Obblighi che un datore di lavoro ha nei confronti dei suoi dipendenti. Gli indagati non avrebbero valutato il rischio di contatto con organi in movimento.
Il giorno della tragedia nell’azienda intervennero i carabineri, insieme al personale dedito al controllo della sicurezza sui luoghi di lavoro. Su lmacchianri sono stati effettuati degli accertamenti tecnici. La Bombonette di Camposanto è un’azienda di grosse dimensioni specializzata nel packaging.
Gli indagati dovranno rispondere di omicidio colposo in concorso. L’inchiesta è coordinata dalla pm Maria Angela Sighicelli. Il decesso di Laila ebbe una vasta eco mediatica, tanto che lo stesso Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, avviò una indagine ministeriale parallela a quella della Procura per accertare tutte le responsabilità del caso. Laila ha lasciato un compagno e una figlia di cinque anni, da 20 anni viveva in Italia.