Ancora minacce al procuratore Roberto Scarpinato

Rafforzata la sicurezza a Scarpinato dopo aver scoperto una manomissione ai filmati di sorveglianza: cancellate dalle telecamere filmati di 24 ore, proprio il giorno di una delle intimidazioni fatte al magistrato

Ancora minacce al procuratore Roberto Scarpinato

Rafforzate le misure di sicurezza per la tutela del Procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato: a deciderlo è il Comitato Provinciale per la Sicurezza Pubblica, dopo una serie di minacce perpetrate a carico del magistrato. La decisione è scaturita dopo aver scoperto che le videocamere di sorveglianza installate nel suo ufficio erano state manomesse.

Dall’analisi delle telecamere, piazzate nei corridoi della Procura generale per sorvegliare il primo piano del tribunale di Palermo, è emerso che le immagini sono state cancellate. Qualcuno ha manomesso le registrazioni e ha cancellato proprio le immagini che avevano ripreso la misteriosa incursione durante la quale era stato trovato un cartello di avvertimento sulla porta del pg, con sopra scritto “Accura”, ovvero stai attento.
Il magistrato aveva ricevuto in passato minacce pesanti e già godeva di una vigilanza straordinaria, specie dopo la lunga lettera di minacce che rivelava di conoscere tutto di Scarpinato.

Tra le inchieste svolte dal magistrato alcune sono scottanti, come quella del cosiddetto “Protocollo Farfalla”, un’inchiesta che cerca di rivelare i legami tra 007 e detenuti al 41 bis, in virtù di un accordo stretto tra il Sisde di Mario Mori e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Dopo le minacce, gli inquirenti hanno deciso di visionare le riprese delle telecamere e così si sono accorti che mancavano le immagini di dieci giorni, tra cui vi erano quelli in cui fu lasciata la missiva. Le immagini di un intero giorno erano sparite, e la Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi commenta così l’accaduto: “Occorre fare rapidamente piena luce sulle minacce al Procuratore generale di Palermo, assicurando al tempo stesso al dottor Scarpinato tutta la sicurezza necessaria”.

Appena la scorsa settimana il magistrato era stato convocato a palazzo San Macuto e i commmissari gli avevano comunicato di essere stati colpiti dalla ricostruzione dei particolari di un’inchiesta che rivelava che un ex boss, ora pentito, Sergio Flamia, sarebbe stato per diversi anni, e senza dubbio dal 2008 al 2013, sul libro paga dei Servizi. I due agenti, che a quanto pare si erano finti avvocati, lo avevano incontrato più volte in carcere violando la legge. Adesso i pm di Palermo hanno aperto un’inchiesta e vogliono sapere la ragione di quelle visite. Nuove rivelazioni scottanti si aspettano dalla vicenda, e intanto Scarpinato subisce minacce.

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