Milano, violentava il figlio costringendolo ad osservarlo mentre stuprava il cane

In una situazione di squallore e degrado il quindicenne, affetto da ritardo mentale, ha subito per lungo tempo le violenze del padre: la sorveglianza speciale dovrebbe cautelare la vittima ed aiutare il carnefice nel suo percorso di cura.

Milano, violentava il figlio costringendolo ad osservarlo mentre stuprava il cane

Rilasciato dal carcere per i domiciliari, il mostro ha principiato l’orrore: ha preso a violentare il figlio quindicenne affetto da ritardo mentale. Il padre degenere lo obbligava, inoltre, a guardarlo mentre aveva rapporti sessuali con il loro cane. Il ragazzo ha vissuto tale orrore a lungo, prima di trovare il coraggio di raccontare ad una professoressa il proprio dramma. 

Il padre, trentasette anni, era stato arrestato perché era in possesso di venti chili di hashish nascosti nella propria auto: condannato a tre anni, dopo pochi mesi di carcere, il soggetto era tornato a casa per i domiciliari.

Il mostro ha abusato del figlio ripetutamente, obbligando ad assistere alla raccapricciante scena di lui che violentava il cane. Grazie alle intercettazioni e audizioni protette della vittima, gli inquirenti hanno accertato che le brutalità venivano perseguite anche sugli altri due figli dell’uomo. La moglie – complice – sapeva ma, per paura di denunciare, è rimasta in silenzio lasciando i figli in balia delle violenze.

Su richiesta della polizia, il tribunale ha disposto un provvedimento di sorveglianza speciale di due anni: la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza è una misura di prevenzione regolata dal decreto legislativo 6 settembre 2011 n. 159 e, sia in Italia che in Europa, vi sono state numerose discussioni sulla sua ammissibilità costituzionale, e sulla sua conformità ai principi contenuti nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Questo provvedimento dovrebbe consegnare sicurezza alla vittima, farla sentire al sicuro, definitivamente fuori dall’incubo vissuto, e dovrebbe aiutare il carneficecrearsi una nuova vita.

Al rilascio, l’uomo dovrà seguire gli obblighi decretati dalla sorveglianza: per due anni dovrà stare ad almeno mille metri di distanza dal figlio, non potrà avvicinarsi a lui, e dovrà obbligatoriamente iniziare un percorso terapeutico con un criminologo. Non rispettando tali regole, finirà nuovamente in carcere.

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