Terremoto al comune di Milano in seguito all’esito delle inchieste sulla speculazione edilizia. Ai domiciliari è finito Giovanni Oggioni, ex dirigente comunale, mentre ha rassegnato le dimissioni Guido Bardelli, assessore alla Casa. La notizia è stata diffusa dal comune milanese dopo che Bardelli ha incontrato il sindaco Giuseppe Sala a Palazzo Marino.
Sala ha dichiarato che l’assessore rifletterà se vi sono eventuali alternative alla sua decisione ma, ad ogni modo, lunedì 10 marzo comunicherà le ragioni delle sue dimissioni al Consiglio comunale, dopodiché verranno ufficialmente formalizzate. Bardelli al momento non è sotto indagine, ma a causa di messaggi sospetti con Oggioni, scambiati nel dicembre del 2023, dovrà chiarire la sua posizione.
Intanto, Oggioni è stato interrogato dal gip di Milano Mattia Fiorentini, ma ha deciso di non rispondere. L’ex direttore dello Sportello unico edilizia e vicepresidente della Commissione paesaggio fino a gennaio, è considerato l’autore della selvaggia speculazione edilizia operata a favore di svariati imprenditore del settore.
Pare che Oggioni abbia ottenuto favori per avviare cinque interventi immobiliari, tra cui Porta Naviglio Grande e il Lambrate Twin Palace, e abbia anche fatto assumere la figlia nella società Abitare In, con contratti per oltre 124mila euro tra il 2020 e il 2023, senza che siano stati dichiarati conflitti di interesse.
Inoltre, l’ex dirigente avrebbe ottenuto da Assimpredil Ance anche un contratto di consulenza per oltre 178mila euro tra il febbraio 2022 e novembre 2024. Oggioni ha anche svolto attività amministrativa per undici pratiche edilizie delle imprese associate. Invece, gli sono state attribuite responsabilità di depistaggio per aver cancellato un suo account mediante il cloud, proprio quando erano stati sequestrati i suoi dispositivi. Infine, su di lui pendono anche responsabilità di falso per altri progetti immobiliari, finiti già nel mirino delle inchieste sull’urbanistica milanese. Fra una settimana verranno interrogate altre tre persone, tra cui anche il progettista Marco Cerri, coinvolto nell’inchiesta.