Milano, ristoratore sfida il Dpcm: si entra nel locale dopo aver fatto il tampone all’ingresso

Si tratta del ristorante messicano "Parrilla", che domenica dalle 18:00 alle 22.00 aprirà i battenti e si potrà anche mangiare all'interno, a patto di avere un tampone negativo che sarà eseguito all'ingresso, oppure fatto il giorno prima privatamente.

Milano, ristoratore sfida il Dpcm: si entra nel locale dopo aver fatto il tampone all’ingresso

Il ristorante messicano “Parrilla” sfida il Dpcm e propone una soluzione al Governo per poter tornare a far lavorare i ristoranti e i locali di sera. In pratica, domenica 14 febbraio, il titolare, che ha già aderito all’iniziativa “Io Apro”, ha programmato una serata unica nel suo genere, ma che, è bene precisarlo, viola tutte le norme anti Covid previste dall’Esecutivo.

In sostanza l’idea è abbastanza originale. Il ristorante aprirà dalle 18:00 alle 22:00, quindi rispettando l’orario del coprifuoco. I clienti potranno mangiare all’interno, a patto però che gli stessi eseguano un test anti Covid all’ingresso nel locale, in un gazebo allestito per l’occasione. 

Il titolare ha fatto sapere alla stampa che i tamponi saranno eseguiti da un loro medico di fiducia. “Una serata che potrebbe cambiare la storia assurda delle chiusure dei ristoranti” – almeno così la immagina il titolare, che però dovrà sicuramente fare i conti con i controlli anti Covid messi in campo dal Governo per contrastare la diffusione del virus. La direzione del ristorante ha idea di chiedere direttamente al Prefetto la fornitura gratuita dei tamponi. 

L’idea per risolvere il problema delle chiusure

Tra l’altro l’apertura dei ristoranti la sera sarebbe sostenuto anche dalla Regione Lombardia. Il titolare del “Parrilla” spera anche di ottenere l’aiuto necessario da Palazzo Lombardia, in modo che l’iniziativa possa procedere senza intoppi di sorta. Secondo quanto dichiarato dal titolare, anche chi verrà a controllare il locale dovrà sottoporsi al test prima di entrare. “Ci impegnamo a mantenere all’interno dei locali le distanze e a indossare le mascherine quando ci si alza” – così precisa all’Agi il ristoratore. 

L’imprenditore titolare del “Parillà” guida la protesta di oltre settemila ristoratori che stanno chiedendo al Governo gli aiuti necessari per poter andare avanti, e soprattutto di riaprire le attività, in quanto i costi per mantenere i locali sono abbastanza onerosi ogni mese. Facendo nella maniera da lui proposta, a suo dire, lo Stato potrebbe risparmiare dei soldi e i titolari delle attività commerciali potranno continuare a lavorare tranquillamente e pagare i dipendenti. Inoltre si farebbero più tamponi. 

Staremo a vedere, quindi, se la proposta del “Parrilla” avrà l’effetto sperato, e magari sia la vera cartina di tornasole per i ristoratori. Sempre secondo quanto riferisce l’agenzia Agi, organizzare uno screening al di fuori dei normali “canali” è un’operazione molto complessa, in quanto ci vogliono le relative autorizzazioni e i tesr si devono svolgere in ambienti idonei. 

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