Milano, parla la madre della bimba abbandonata in Ucraina: "Non la sentivo mia figlia"

La donna ha spiegato le ragioni dell'abbandono della figlia nata da una maternità surrogata. Il caso ha acceso anche un ampio dibattito politico, adesso la coppia italiana che aveva deciso di averla con maternità surrogata dovrà risponderne legalmente.

Milano, parla la madre della bimba abbandonata in Ucraina: "Non la sentivo mia figlia"

“Non me la sono più sentita, mi dispiace. Non la sentivo mia figlia. Mi dicevo: Cosa c’entro io con lei?”. Queste sono le scioccanti parole della madre che ha abbandonato la figlia nata da maternità surrogata in Ucraina. Negli scorsi giorni la piccola ha fatto rientro in Italia, grazie alla Polizia di Stato e alla Croce Rossa. Fortunatamente le sue condizioni di salute erano ottime. Riepiloghiamo brevemente i fatti. Una coppia italiana, residente in provincia di Novara, nel 2020 decise di aver un bambino tramite maternità surrogata.

Si tratta di una procedura già conosciuta, e che consiste nel diventare madre con l’utero di un’altra donna in affitto. Secondo quanto riferisce la stampa internazionale e italiana, la coppia italiana ha trovato l’opportunità in Ucraina per qui è partita per il Paese dell’Est. Qui la bimba è nata da un’altra donna, e la coppia ha riconosciuto senza problemi la bimba come propria. Dopo qualche settimane, però, l’hanno abbandonata lasciandola ad una tata del posto e sono tornati in Italia. A questo punto la tata non sapeva più come giustificare in casa la presenza di quella bimba non sua e ha denunciato tutto.

Partita l’inchiesta

La Procura di Novara ha ricevuto il fascicolo di denuncia presentato dalla tata, per cui ha immediatamente avviato le indagini, coinvolgendo anche lo Scip della Polizia di Stato, ovvero il servizio per la cooperazione internazionale. Due settimane fa i genitori della piccola sono stati convocati in Procura per essere ascoltati. Negli scorsi giorni la piccola è atterrata con i volontari all’aeroporto di Milano Malpensa dopo essere partita da Kiev.

I due hanno spiegato le loro ragioni, affermando che non sentivano come “loro” la bimba. Per questo hanno deciso di affidarla ad una persona che se ne prendesse cura. La donna e il marito non si sono pentiti di quello che hanno fatto, e adesso dovranno risponderne legalmente. I due dopo essere tornati in Italia non hanno più viaggiato alla volta dell’Ucraina.

Quando i volontari della Croce Rossa e la Polizia sono andati a prendere la bimba in Ucraina la tata piangeva insieme al figlio di 17 anni. Tra l’altro la donna era anche impossibilitata a tenerla con sè a causa di diversi problemi economici. E così ha deciso di denunciare tutto. La bimba adesso sarà affidata ad un’altra coppia italiana tramite una procedura di adozione.

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