Milano, killer in permesso premio accoltella un 80enne: nel ’79 uccise tre carabinieri

Nel 1979 aveva ucciso tre carabinieri e per questo fu condannato all'ergastolo. Dopo aver ottenuto un permesso premio, esce dal carcere e accoltella un 80enne nel parcheggio dell'ospedale San Raffaele di Milano.

Milano, killer in permesso premio accoltella un 80enne: nel ’79 uccise tre carabinieri

Erano le 17.40 di ieri pomeriggio quando un 79enne è stato aggredito con un taglierino presso il parcheggio sotterraneo dell’ospedale San Raffaele di Milano da un ergastolano che lo ha rapinato. Un solo centimetro lontano dalla carotide ha evitato che l’anziano diventasse la quinta vittima di Antonio Cianci, 60enne con alle spalle l’omicidio di un metronotte e di tre carabinieri.

Mancavano pochi minuti alle 18 di ieri pomeriggio quando un anziano quasi 80enne si trovava presso l’ospedale San Raffaele di Milano per fare visita alla figlia della sua compagna, ricoverata presso la struttura. Dopo essersi allontanato per prendere un caffè, si è perso finendo così al piano meno uno, nel parcheggio sotterraneo, dove ha fatto il terribile incontro con Antonio Cianci. Il 60enne che si trovava fuori dal carcere con un permesso premio, gli ha puntato un taglierino alla gola, chiedendogli i soldi. Quando la vittima si è rifiutata di consegnare il denaro, il killer lo ha colpito al collo ferendolo gravemente, per poi rubargli il portafogli ed il cellulare, e lasciarlo inerme a terra.

Il 79enne, mentre con una mano cercava di fermare l’emorragia al collo, ha strisciato a terra chiedendo aiuto, fino a quando un passante ha notato la vittima allertando così i soccorsi che si sono subito messi alla ricerca di Cianci.

Dopo venti minuti circa, la polizia è riuscita a rintracciare il killer fermo alla stazione di Cascina Gobba, con i vestiti sporchi di sangue e nelle tasche il taglierino, gli averi della vittima ed anche quella mascherina bianca che indossava durante la rapina e che ha fatto sì che il 79enne potesse identificarlo come l’autore di quella aggressione. Portato in questura, ha scelto di non parlare.

Antonio Cianci, il killer che ha ucciso 3 carabinieri ed 1 metronotte

Era il 1974 e Antonio Cianci, originario di Cerignola (Foggia) ma trasferito a Pioltello (Milano) con la madre e la sorella nel ’64, aveva appena 15 anni quando ha commesso il suo primo omicidio. Considerato da molti un pazzo ed una testa calda, era un amante delle armi, e proprio con una pistola sparò alla schiena, alla testa e al cuore di un 29enne universitario che lavorava come metronotte in una fabbrica di Segrate: il suo nome era Gabriele Mattetti ed il killer gli aveva chiesto l’orario, per poi ucciderlo prima ancora che potesse ricevere risposta.

Evitato il carcere a causa della giovane età, nel 1979, a soli 20 anni, Antonio Cianci uccide ancora. Fermato in un posto di blocco a Rivoltana da tre carabinieri, era stato riconosciuto come il killer del metronotte, e la sua auto risultava rubata. Era il 9 ottobre quando il maresciallo Michele Campagnuolo, l’appuntato Pietro Lia ed il carabiniere Federico Tempini persero la vita, colpiti dall’intero caricatore della 7.65 che Cianci teneva nascosta sotto alla sua giacca.

Il 20enne venne catturato e, dopo aver negato di aver commesso quegli omicidi, ha poi confessato tutto tramite una lettera inviata al giudice e così fu condannato all’ergastolo. Dopo 40 anni di carcere ed un comportamento esemplare, sono iniziati i permessi premio di un paio di giorni, fino a quello concesso nella giornata di ieri, un permesso di tre giorni per fare visita alla sorella di Cernusco sul Naviglio, dove però non è mai arrivato.

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