Milano: islamici in collera con Trump urlano slogan e pregano

Un migliaio di persone si è riunito ieri in piazza Cavour: animazione con slogan in arabo e preghiere. Presenti le solite bandiere rosse e le forze dell'ordine.

Milano: islamici in collera con Trump urlano slogan e pregano

La “collera” islamica contro la decisione di Trump ha messo insieme, a Milano, mille persone che hanno risposto all’appello degli imam e delle associazioni palestinesi, in piazza Cavour, poco lontano dal consolato americano, vegliato da camionette della polizia, da agenti in tenuta anti-sommossa, e dai Carabinieri.

Tutta la protesta è stata provocata dalla decisione di spostare l’ambasciata americana a Gerusalemme. Donald Trump, definito “Il signor ciuffo biondo“, è il più preso di mira dagli arabo-islamici riuniti in piazza che, alzando cartelli, non esitano a definirlo “pazzo“, “criminale” (e c’è pure un “vai all’inferno“).

Il presidio è stato convocato dall’associazione dei palestinesi in Italia e venerdì i centri islamici hanno invitato tutti alla mobilitazione. Tra gli slogan urlati: “Palestina terra mia, Israele via via!” e ancora “Israele assassina, Israele criminale“. Il secondo preso di mira è lo Stato ebraico chiamato “Il mostro sionista“, a cui segue l’invito “Andate a divertirvi da un’altra parte e lasciate Gerusalemme a chi vuole pregare“. Il grido “Allah u akbar” alterna ogni altro slogan.

Difficile per un italiano capire dove finisca la preghiera e cominci il comizio. Tutto è rigidamente arabo. A parte qualche donna non velata, appartenente alle comuniste italiane presenti che insieme ai gruppetti di estrema sinistra sostengono il sit-in antiamericano. Sono visibili i simboli di Rifondazione Comunista, dei Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo, e dell’Usb.

Un nome italiano urlato al megafono, Francesco Giordano, che in passato aveva sostenuto la contestazione della Brigata ebraica in corteo per la Liberazione. Gli “Amici di Israele” ricordano che, alla vigilia del 25 aprile, faceva parte del gruppo “Brigata XXVIII marzo”, responsabile dell’omicidio di Walter Tobagi. A 27 anni dai fatti, è chiamato “compagno, fratello, amico” dai dirigenti dell’Associazione dei palestinesi in Italia. Francesco Giordano assicura: “Con la Palestina fino alla vittoria“. L’oscurità cede il posto a un’ultima preghiera, prossima tappa il consolato, sabato prossimo.

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