Milano, il Covid-19 gli brucia i polmoni a 18 anni: salvato dal trapianto

Un ragazzo di 18 anni è stato sottoposto ad un doppio trapianto di polmoni, in quanto bruciati dal Covid-19.

Milano, il Covid-19 gli brucia i polmoni a 18 anni: salvato dal trapianto

Il Coronavirus ha colpito le persone in modo diverso. In particolare, c’è chi è asintomatico e dunque non presenta alcun problema, poi ci sono delle suddivisioni anche tra chi soffre i sintomi. C’è chi perde l’olfatto, il gusto, chi avrà problemi cronici con i polmoni e chi, come nel caso di Francesco, un ragazzo di 18 anni, si ritroverà i polmoni bruciati dal virus.

Si tratta di un ragazzo che non soffriva di alcuna patologia pregressa, non è di salute cagionevole. Anzi, è energico, solare e pieno di vitalità. Il Covid-19, però, non lo ha risparmiato e le sue condizioni erano critiche: il virus gli aveva bruciato i polmoni compromettendo definitivamente le capacità respiratorie.

Doppio trapianto di polmoni a causa del Covid-19

Al Policlinico di Milano hanno effettuato un trapianto record, che fino ad oggi era stato tentato solo in Cina. Per ripercorrere la storia bisogna tornare al 2 marzo, quando Francesco iniziò ad accusare problemi con la febbre alta per be quattro giorni. Il 6 marzo, iniziò il calvario: fu ricoverato in terapia intensiva e neanche con l’intubazione si riusciva a migliorare le condizioni del giovane.

Era stato collegato anche alla macchina per la circolazione extracorporea, la ECMO, ma anche quella si era rivelata inutile. A quel punto, i medici avevano capito che andava fatto qualcosa di fuori dall’ordinario. Verso la metà di aprile fu deciso di donare due polmoni nuovi” al ragazzo, una soluzione mai provata se non in qualche caso straordinario in Cina. I medici avevano riposto le speranze in una soluzione che avevano definito “un salto nel vuoto“, per definire la completa incertezza sull’esito del trapianto.

Per effettuare quest’ultimo, la strada era tutt’altro che facile, soprattutto nel pieno periodo in cui le sale intensive erano sull’orlo del collasso. La fase più difficile, però, doveva ancora venire: servivano due polmoni compatibili. Intanto il quadro clinico di Francesco peggiorava sempre più, al punto che mancava veramente poco per varcare la soglia tra la vita e la morte. Verso la metà di maggio, però, si trovò una persona compatibile, morta in un’altra regione e risultata negativa al Covid-19.

L’operazione poteva avere inizio: appena aperto il torace, i segni parlavano chiaro: polmoni distrutti, pesanti, quasi di legno. L’intervento, dopo 12 ore, è andato a buon fine. Per facilitare il processo di guarigione, è stato utilizzato anche del plasma iperimmune. Il peggio è passato: Francesco è sveglio, continua con la fisioterapia, ma è comunque sotto intenso controllo. Ha passato esattamente 58 giorni intubato.

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