Un penoso episodio ha scosso Milano nelle prime ore di oggi, mercoledì 21 maggio 2025, quando un giovane di 21 anni, Mohamed Mahmoud, ha perso la vita mentre era alla guida di uno scooter. Il ragazzo, di origine libica, si trovava nel quartiere Corvetto quando, intorno alle 3:15, ha incrociato una pattuglia della polizia in Viale Ortles.
Secondo quanto ricostruito, Mahmoud ha improvvisamente cambiato direzione, svoltando a sinistra in via Cassano d’Adda, una manovra che ha insospettito gli agenti. La volante, procedendo nella direzione opposta, ha svoltato a destra per seguirlo, ma non si sarebbe trattato di un vero e proprio inseguimento. Da una prima analisi della dinamica, condotta dalla Polizia Locale, non risulta alcun contatto tra lo scooter e l’auto della polizia.
Mahmoud, che viaggiava senza patente e con un semplice foglio rosa, avrebbe accelerato repentinamente dopo aver avvistato la pattuglia, forse nel tentativo di evitare un controllo. Tuttavia, poco dopo, all’incrocio con via Marco D’Agrate, ha perso il controllo del mezzo, finendo contro un semaforo. La caduta è stata fatale: nonostante l’intervento tempestivo del 118, che lo ha trasportato in codice rosso alla Clinica Humanitas di Rozzano, il giovane non ce l’ha fatta. I medici hanno potuto solo constatarne il decesso.
Le indagini, coordinate dal pm di turno Giorgia Villa, proseguono per fare luce sull’accaduto. La Procura di Milano ha disposto il sequestro sia dello scooter, un T-Max, sia della volante coinvolta, e potrebbe aprire un fascicolo per delitto colposo a carico di ignoti, in attesa di ulteriori accertamenti. È stata richiesta anche un’autopsia per chiarire le cause esatte del decesso, ma i primi riscontri sembrano confermare che non ci sia stato alcun contatto diretto con la pattuglia.
La volante, infatti, non avrebbe nemmeno avuto il tempo di attivare i dispositivi luminosi, a dimostrazione della rapidità con cui si sono svolti i fatti. La notizia ha scatenato una forte reazione emotiva tra i familiari e gli amici di Mahmoud, che si sono radunati davanti al pronto soccorso della Clinica Humanitas.
Tra le 30 e le 40 persone si sono presentate per avere notizie, chiedendo di poter vedere il corpo del giovane. La Questura ha precisato che non si sono verificati episodi di violenza, ma che la situazione è stata comunque delicata: “Non ci sono stati tafferugli, i parenti volevano piangere il loro caro”, hanno dichiarato le autorità, che hanno comunque predisposto un servizio di ordine pubblico sia in ospedale sia all’obitorio per prevenire eventuali tensioni.
Sul posto sono intervenute diverse pattuglie delle forze dell’ordine e i militari del battaglione Carabinieri Lombardia, mentre l’Humanitas ha confermato che il gruppo si è poi spostato senza creare problemi. L’episodio richiama alla mente un caso simile avvenuto lo scorso novembre nel quartiere Corvetto, quando Ramy Elgaml, un 19enne, perse la vita in circostanze analoghe. Anche allora, la vicenda aveva sollevato polemiche e tensioni. Ora, mentre le indagini proseguono, resta il patema per una giovane vita spezzata e l’interrogativo su come evitare che simili episodi si ripetano.