Milano, famiglia sfrattata chiede aiuto ad Aler

La storia di Maurizio, padre di 4 figli, commuove: sfrattato dal proprietario dovrà andare via di casa il 21 gennaio. L'uomo dice all'Aler: "Se il Comune ci dà un posto dove vivere lo rimetto a posto io"

Milano, famiglia sfrattata chiede aiuto ad Aler

La storia di Maurizio Tenconi, 60 anni, milanese, padre di quattro figli di età dai 13 ai 22 anni, è una delle tante storie italiane che vivono oggi un grave momento di disagio perché non hanno casa e non hanno nessun posto dove andare.

La famiglia di Maurizio risiede a Quarto Oggiaro ed è stata sfrattata dal proprietario di casa che ha permesso di rimanere fino al 21 gennaio, termine ultimo per uscire dall’abitazione e andare non si sa dove.

La famiglia Tenconi va avanti solo con il suo stipendio, e anche a stenti, perché spesso per mangiare non può pagare l’affitto e per questo ha avuto problemi con il proprietario. L’uomo è disperato perché ha paura di cosa può accadere l’indomani del 21 gennaio, ha chiesto aiuto all’Aler per avere un alloggio popolare e quello che gli è stato risposto è davvero inaudito. Ecco la risposta dell’Aler: “Finché non sei per strada non sali in graduatoria”.

La storia di Maurizio è una storia comune e in una grande città come Milano è facile vedere famiglie sfrattate per la perdita del lavoro o perché ciò che guadagnano è insufficiente a pagare l’affitto di casa. Qualche giorno fa è stato assegnato un appartamento ad una famiglia che era stata sfrattata da tempo, e l’assegnazione non è avvenuta in tempi brevi, proprio come ha detto l’Aler a Maurizio.

Gli alloggi popolari appartenenti al Comune sono gestiti da qualche tempo da MM, Metropolitana Milanese, ma quelli che appartengono all’Aler, che è l’Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale, sono gestiti dalla società: un sistema che rende difficile agire direttamente sulla tragica situazione degli alloggi e attuare interventi mirati a risolvere il problema.

Spesso ci sono state proteste contro l’Aler e l’ultima è stata proprio il 26 novembre in occasione di uno sgombero eseguito  in via Tracia: era nata una forte protesta contro la società che era sfociata in uno scontro agguerrito con la polizia che aveva tentato di sedare i disordini. Altri incidenti si erano verificati qualche settimana prima, ed era stato incendiato uno degli uffici dell’Aler per recuperare i documenti dove sono riportate le case da assegnare e i nominativi.

La situazione è incandescente e rischia di andare al collasso. Maurizio ha dichiarato che se qualcuno gli da un tetto è disposto a sistemarlo a sue spese, pur di avere una casa per sé e per la famiglia.

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