Milano: donna uccisa con un colpo di ferro da stiro in testa

Un'anziana è stata uccisa nel pomeriggio di venerdì nel suo appartamento a Milano, in via Ponte Seveso, vicino alla Stazione Centrale. La donna, colpita alla testa con un ferro da stiro, si chiamava Fernanda Cochi.

Milano: donna uccisa con un colpo di ferro da stiro in testa

Vedova e senza figli, aveva 90 anni. Chi l’ha uccisa ha poi tentato di dare fuoco alla casa, un trilocale di 75 metri quadri, per cancellare ogni traccia dell’omicidio.

La donna era stata trovata per terra in arresto cardiaco dai sanitari del 118 in una stanza della casa in cui viveva da sola, ancora autonoma nonostante l’età avanzata e alcuni acciacchi.

La vicenda

L’allarme è scattato verso le 15.15, quando un negoziante della zona ha visto del fumo uscire dalla finestra dell’abitazione della 90enne, che si trova al primo piano di un condominio di sette poco distante dalla stazione centrale. Quando i vigili del fuoco sono arrivati, gli specialisti del Saf hanno individuato la vittima nel salone, ormai priva di vita.

Il principio d’incendio aveva invece interessato la camera da letto del trilocale, segno evidente che si trattava di un gesto doloso per cercare di cancellare le tracce di quello che ha i contorni nitidi di un omicidio. La Cochi, con problemi di vista e di udito ma comunque autosufficiente e ancora autonoma, sarebbe stata uccisa con un colpo di ferro da stiro, trovato ancora sporco di sangue nell’appartamento.

La casa era in ordine e al momento non è possibile capire se dall’abitazione sia sparito qualcosa. Gli agenti della squadra mobile, guidati da Marco Calì, hanno ascoltato il nipote della vittima, un uomo su cui non c’è alcun sospetto e che veniva spesso a fare visita alla zia. L’ipotesi più accreditata al momento è che possa essersi trattato di un tentativo di rapina finito in tragedia.

Uno dei primi a intervenire nella casa, dopo aver notato il fumo dalle finestre, sarebbe stato proprio il negoziante che ha dato l’allarme, che conosceva molto bene la vittima, che ha sempre vissuto in zona e che da circa sei anni si era trasferita nel palazzo al civico 26.

Entrando nell’appartamento, l’uomo avrebbe notato che lo spioncino della porta d’ingresso, non chiusa a chiave, era oscurato con della carta e del nastro adesivo. Una grossa mano agli investigatori potrebbe arrivare dalle telecamere del condominio. Gli occhi elettronici potrebbero aver ripreso frame importanti per risolvere il caso.

Continua a leggere su Fidelity News