Milano, cenano e ballano in un ristorante violando regole anti-Covid: in 90 multati dalla Digos

Ieri sera a Milano, in un ristorante di zona Sempione, 90 persone che hanno scelto di cenare in un locale che ha aderito alla campagna #Ioapro sono state identificate e multate dalla Digos.

Milano, cenano e ballano in un ristorante violando regole anti-Covid: in 90 multati dalla Digos

Notte di follia ieri sera, 15 gennaio, a Milano, in un ristorante sito in zona Sempione. Nonostante i morti, i contagi e la tanto temuta terza ondata, sono in molti i ristoratori e i proprietari dei locali che hanno deciso di aderire alla campagna social #ioapro, per lasciar aperte al pubblico le loro strutture, manifestando il proprio dissenso, ma in netta contrapposizione alle norme anti-Covid, volte a limitare il contagio del virus.

E così, nella serata di ieri, 90 persone hanno deciso di sfidare la sorte, cenando, ballando e cantando nel ristorante, dove sono stati sorpresi a far baldoria, identificati e multati dagli agenti della Digos.

Le motivazioni dei clienti multati

Mentre la titolare del locale ha affermato, ai microfoni di Fanpage: “Ho deciso di aprire perchè dobbiamo riprenderci la nostra dignità e il nostro lavoro. La mancanza di rispetto ce l’hanno loro (riferendosi alle istituzioni)verso di noi, visto che ci stanno buttando sul baratro”, tra i clienti c’è chi ha affermato che gli 80 mila morti in Italia causati dal Covid probabilmente non dipendono dal virus, c’è chi sostiene che la verità che non ci vogliono dire verrà fuori se indagheranno sulle persone che dovranno indagare e c’è chi dice: “Ne muoiono di più per gli incidenti stradali, che facciamo, non usciamo più con le macchine?”.

Tra i 90 multati le riflessioni più disparate, insomma. Uno di loro afferma: “E’ assurdo che le metropolitane siano piene, che la gente vada in giro ammassata nei centri commerciali, nei supermercati.. non se ne può più” e se gli si fa notare che anche nel ristorante è come stare in una metropolitana, risponde: “In metropolitana non ci sono distanziamenti, qua si”.

C’è chi, intervistato, si lascia andare ad affermazioni del tipo: Più si tiene la gente repressa, più quelle volte che esce è chiaro che esplode, ma è una cosa fisiologica…più fai repressione, più è come dire di non drogarti…è chiaro che uno si droga”. Nel locale c’è chi giustifica la sua presenza per sostenere i ristoratori in crisi, chi crede al virus ma non a questa situazione così sotto controllo. E nella notte di follia, mentre la Digos procede all’effettuazione dei controlli e delle multe, la titolare dice che più nulla la spaventa.

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