Milano, bimba di tre anni all’ospedale. La madre: “Le abbiamo rotto un braccio, dovevamo fare di più”

Intercettazioni telefoniche tra i genitori della piccola ricoverata all'ospedale con un braccio rotto permettono il loro arresto prima della fuga in Egitto con gli altri figli minori.

Milano, bimba di tre anni all’ospedale. La madre: “Le abbiamo rotto un braccio, dovevamo fare di più”

La scimmia è un grosso problema per noi, ora che stai con lei in ospedale capirai cosa provavo io quando stavo con lei tutti i giorni in casa”. Al telefono con il padre della piccola c’è la madre. La coppia non sa che la telefonata è intercettata per il dubbio di maltrattamenti sulla bambina di tre anni in ospedale con un braccio rotto.

“Le abbiamo rotto il braccio ma dovevamo fare di più”, continua la madre esprimendo odio per la figlia, secondo lei causa dei loro problemi. In seguito a queste e ad altre affermazioni, in cui la donna confessa la complicità con il marito nei maltrattamenti verso la piccola di tre anni, la coppia è stata arrestata.

I maltrattamenti e la fuga

I due genitori erano indagati per maltrattamenti e lesioni gravi nei confronti della figlia di tre anni. Le indagini sono iniziate in seguito al ricorso all’ospedale per la frattura di un braccio della bimba. La frattura, ha ammesso la madre al telefono, è stata causata dalla violenza sua e del marito, ossia da coloro che dovevano proteggerla e farla crescere in serenità. Ora i due genitori sono stati arrestati a Milano.

Scimmia” è il nome dato alla piccola dalla madre, un soprannome che ripete più volte mentre parla con il marito al telefono e che non è sfuggito alle intercettazioni telefoniche. Con il marito parla liberamente dei maltrattamenti commessi contro la bimba e di aver fatto anche troppo poco, come se, a tre anni, si potesse meritare di più. Ma a confessare non è solo la madre, visto che anche il padre nei loro dialoghi promette: “Allora la uccido“.

I due genitori sono entrambi egiziani ed hanno 29 anni. Sono stati arrestati prima della loro fuga in Egitto. Avevano infatti già acquistato i biglietti aerei di sola andata per loro e per gli altri quattro figli minori. Dovevano partire dall’aeroporto di Milano Malpensa, ma sono stati fermati prima.

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