Milano: 29enne accoltella la compagna e scappa con il figlioletto di 18 mesi

Una tragedia domestica è avvenuta stamane a Vaprio D'Adda. Un 29enne ha accoltellato al collo la compagna dopo una forte lite, tentando di scappare col figlioletto di 18 mesi. E' stato arrestato.

Milano: 29enne accoltella la compagna e scappa con il figlioletto di 18 mesi

Ennesimo episodio di violenza domestica, questa mattina, a Vaprio D’Adda, un comune dell’hinterland Est di Milano, al confine con la provincia di Bergamo. Un uomo, di 29 anni, è stato fermato. Il giovane, al culmine di una violenta lite, avrebbe accoltellato al collo la compagna con un coltello da cucina, tentando di sgozzarla, per poi prendere con sé il figlioletto di 18 mesi, tentando la fuga, anche se è stato rintracciato quasi subito.

La donna, 24 anni, è stata ricoverata in gravissima condizioni ed è tutt’ora in pericolo di vita, all’ospedale di Melzo. Intorno alle 8:30., i militari della stazione di Vaprio, con i colleghi della compagnia di Cassano d’Adda, sono intervenuti nell’appartamento in via Madre Baraggia, dove la coppia viveva, insieme con i soccorsi del 118.

L’accaduto

La povera ragazza è comparsa riversa sul pavimento, con una profonda ferita al collo. Medicata sul posto, stabilizzata, è stata caricata in ambulanza e portata in codice rosso al pronto soccorso. L’uomo è stato rintracciato poco lontano dai militari, fermato ed ora in custodia, mentre il bambino, tratto in salvo, sta bene ed è al sicuro.

Questo episodio di violenza domestica va ad aggiungersi ad una lista molto lunga di donne vittime di tali crudeli atti da parte del proprio partner. In tante sono le richieste di aiuto per se o per altri, arrivate al numero verde 1522, a seguito di violenze o stalking perpetrati da partner, nell’ambito delle mura coniugali, ex partner, ma anche fra genitori e figli, fratelli e sorelle.

Dati davvero preoccupanti, se si pensa che questi episodi, complice una reclusione forzata in casa per via delle disposizioni governative anti-contagio, risultano raddoppiati rispetto al 2019. In tante sono le donne che scelgono di non denunciare per paura di non essere credute, per paura di una vittimizzazione secondaria a livello sociale, mediatico e giuridico, per timore di essere attaccate in un momento di estrema vulnerabilità. Secondo un recente rapporto EURES, il rischio di femminicidio è più alto subito dopo che la donna decide di agire, denunciando.

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