A Pisa, presso l’ex Cottolengo di via San Jacopo, 178 ospiti del centro di accoglienza, gestito dalla Croce Rossa, hanno messo in atto una protesta decisamente inconcepibile. I migranti hanno sbarrato il cancello del plesso con numerosi cassonetti, non consentendo agli operatori di entrare, il caos ha preso il sopravvento: chiedevano, a gran voce, soldi al posto del cibo offerto.
Il pasto proposto dal catering non era, a quanto pare, di loro gradimento ed esigevano soldi contanti per acquistare cibo etnico da cucinarsi autonomamente. Il presidente della Cri, Antonio Cerrai ha commentato: “E’ una richiesta irricevibile perché questa soluzione la si può adottare in strutture più piccole e con altri numeri ma soprattutto ipotizzo che si tratti di una richiesta strumentale suggerita da persone ‘esterne’ al centro che così fanno male anche agli stessi ospiti”.
I migranti si sono barricati all’interno della struttura tutto il giorno e solamente in tarda serata hanno accettato di fermare l’assurda protesta inscenata. La situazione all’interno del centro è tornata alla normalità verso le 19.30: la mediazione per ristabilire la calma è stata condotta direttamente dal presidente Antonio Cerrai insieme al vicesindaco di San Giuliano Terme, Franco Marchetti, il maresciallo dei carabinieri e il funzionario della questura.
Marchetti si recherà nuovamente presso la struttura perchè, come ha affermato, dare i soldi al posto dei pasti non è possibile, ma ha proposto di farsi garante delle loro richieste e di verificare settimanalmente di persona che siano rispettati gli impegni dalla Croce Rossa: intende ribadire ai rappresentanti dei migranti di non farsi strumentalizzare e di non interrompere questo processo di accoglienza. Per la serie arrivo a pregarli per rimanere.
Cerrai, nell’assemblea con i richiedenti asilo, aveva affermato che in altre strutture il catering è stato modificato con una cucina prossima alle richieste dei migranti, ma che certamente 178 persone non possono cucinare da sole: ha assicurato, inoltre, di essere disponibile a collocare un container certificato con 3-4 linee di cottura e di andare ad acquistare il cibo nei negozi etnici presenti sul territorio.
Una residente, che abita a fianco dell’ex Cottolengo, ha affermato che la situazione è assurda, che dovrebbero comprendere che sono a casa d’altri ed avere un minimo di rispetto “basti pensare al baccano che fanno la notte con la musica a tutto volume fino all’alba“.