Michele Napolitano, 26 anni, è un tiktoker napoletano noto per i suoi contenuti controversi sui social media

La sua notorietà è cresciuta su TikTok e Instagram, dove ha raccolto centinaia di migliaia di follower pubblicando contenuti provocatori, tra cui falsi allarmi sui Campi Flegrei, video giudicati allarmistici dalle autorità,scherzi telefonici ai danni del 118

Michele Napolitano, 26 anni, è un tiktoker napoletano noto per i suoi contenuti controversi sui social media

Ventisei anni compiuti lo scorso primo gennaio, una fama conquistata a colpi di video provocatori, litigi da social spesso sospettati di essere pilotati e non pochi sinistri di percorso finiti davanti alle forze dell’ordine. È questo il profilo di Michele Napolitano, tiktoker di Melito (Napoli), arrestato nella notte tra il 23 e il 24 maggio durante i festeggiamenti per il quarto scudetto del Napoli. Questa volta, però, niente siparietti o polemiche da social. La situazione è ben più grave: Napolitano è stato colto in flagrante in possesso di una rivoltella carica, dopo un inseguimento e una colluttazione con i carabinieri. Dovrà ora rispondere di detenzione abusiva di arma da fuoco e resistenza a pubblico ufficiale.

L’arresto in via Acton: la fuga, la rivoltella e la colluttazione

L’episodio è avvenuto in via Acton, dove era stato predisposto un varco di controllo nell’ambito del piano sicurezza per le celebrazioni della squadra partenopea. Napolitano era a bordo di uno scooter con altri due giovani, tutti senza casco e in violazione delle norme sul traffico. Alla vista dei militari, ha tentato di forzare il blocco, ma è stato bloccato: è allora scattata la fuga a piedi verso i giardini del Molosiglio. Durante la corsa, Napolitano ha estratto e gettato via una rivoltella: si trattava di un revolver calibro 38 special, carico con sei colpi nel tamburo e con la matricola abrasa, prontamente recuperato dai carabinieri. Una volta raggiunto, il giovane ha reagito con crudeltà, ingaggiando una colluttazione che ha provocato lesioni ai militari, poi giudicate guaribili in sette giorni.

Riconosciuto in strada e smascherato dai social

Paradossalmente, proprio quel mondo social che lo ha reso famoso si è trasformato nel suo boomerang. Alcuni passanti lo hanno riconosciuto durante l’arresto Napolitano vanta oltre 720.000 follower su TikTok e più di 220.000 su Instagram e hanno immortalato la scena. Il video del giovane ammanettato, diffuso rapidamente sulle piattaforme digitali, è diventato virale nel giro di poche ore, facendo diffondere ancora una volta il suo nome sul web, stavolta però in tutt’altro contesto.

Lo stalking al 16enne: l’inchiesta partita da un litigio online

Non si tratta del primo episodio che ha visto Napolitano coinvolto in vicende giudiziarie. Agli inizi del 2024, era stato denunciato a piede libero per atti persecutori nei confronti di un ragazzo di 16 anni. Tutto era cominciato da un banale scontro verbale durante una partita online al videogioco Grand Theft Auto, sfociato in avvertimento, insulti e una campagna di fastidi social protrattasi nel tempo. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, Napolitano avrebbe incitato anche i propri follower a partecipare al linciaggio digitale, con conseguenze pesanti per il giovane  coinvolto,  che ha riferito di essersi isolata completamente a causa dei continui affronti verbali e telefoniche.

Gli scherzi al 118 e le fake news sui Campi Flegrei

Ma gli episodi controversi legati al suo nome risalgono già al 2021, quando l’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate” denunciò pubblicamente gli scherzi telefonici che Napolitano faceva al numero di emergenza 118, fingendo gravi malori per poi pubblicare i video sul proprio profilo. Uno “scherzo” potenzialmente pericoloso, che rischiava di occupare le linee d’emergenza e mettere a rischio chi davvero necessitava di soccorso. Due anni dopo, nel 2023, ancora guai: Napolitano fu accusato di diffondere fake news sul bradisismo nei Campi Flegrei, alimentando paura e disinformazione tra la popolazione. I video girati tra le fumarole di Agnano e la zona della Solfatara, anche in aree interdette contenevano ipotesi infondate e allarmanti su imminenti sconvolgimenti naturali. In quella circostanza, fu direttamente il sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione, a denunciare pubblicamente chi, come lui, stava diffondendo panico sui social, annunciando azioni legali. 

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