Se l’afflusso di persone dovesse continuare a crescere, la spesa pubblica potrebbe salire fino a 4,6 miliardi (0,27 per cento del Pil). Nei primi mesi di quest’anno, sono giunti in Italia più di 100mila migranti, 5336 solamente nel mese di luglio. In questa situazione, decisamente destinata a peggiorare, cosa si sono inventati a Messina? Organizzano corsi per migranti divenuti idrofobici dopo aver attraversato il Mediterraneo.
Il malcontento imperversa nel messinese, gli arrivi giornalieri fanno attraccare un numero sempre maggiore di migranti: incredibilmente, sulle spiagge vengono organizzati corsi di nuoto dall’Istituto Tecnico Nautico, per aiutare i giovani sopravvissuti traumatizzati dalla traversata del Mediterraneo.
In un suo reportage, il “Washington Post” ha fotografato la situazione a Messina. Un profugo proveniente dal Gambia, Abdoulie Jallow, ha detto: “Non riesco più ad andare al largo perché ho paura di non poter più tornare a riva. Penso a cose brutte in acqua“. I corsi sono iniziati lo scorso maggio: vengono insegnate le tecniche di primo soccorso, di salvataggio, nuoto e immersione. Giuseppe Pinci, uno dei numerosi istruttori, ha raccontato al “Washington Post“: “È importante che abbiano una buona immagine del mare. Molti di loro sono davvero spaventati“.
Richard Amegah, 17 anni, ha viaggiato 19 mesi per arrivare dal Ghana in Italia, ha detto ai giornalisti: “Le persone sono razziste qui. Se c’è una panchina, e la gente bianca è seduta, e ti siedi, si alzano“. Racconta di aver lavorato a lungo in Libia, per poter comprare il biglietto e imbarcarsi.
I funzionari dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati dicono che il resto dell’Europa deve aiutare concretamente l’Italia, assumendo più richiedenti asilo, e rinforzando le azioni diplomatiche con le nazioni da cui partono i migranti. Molti profughi che sbarcano in Italia intendono proseguire il viaggio verso nord, sia per motivazioni economiche, sia per ricongiungersi con i familiari.