Messina: 14 misure cautelari per bancarotta fraudolenta

La polizia di Messina ha emesso 14 misure cautelari per bancarotta fraudolenta: una persona è in carcere, sette ai domiciliari e sei sono state sospese dell' attività di commercialista. A breve una conferenza stampa fornirà altri particolari

Messina: 14 misure cautelari per bancarotta fraudolenta

La Polizia di Messina ha eseguito 14 misure cautelari nei riguardo di alcune persone ritenute responsabili di bancarotta fraudolenta. In carcere è finita una persona mentre sette sono ai domiciliari e per sei è stata data la sospensione dell’esercizio della professione di commercialista. La polizia ha anche sequestrato due società per azioni e tre società a responsabilità limitata. In giornata ci sarà una conferenza stampa in cui saranno resi noti altri particolari dell’operazione: la conferenza si terrà nella sala stampa della Procura della Repubblica di Messina, e sarà coordinata dal Procuratore di Messina Guido Lo Forte.

Le indagini dei mesi scorsi, condotte dalla Guardia di Finanza di Messina, avevano portato all’emissione di due ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei fratelli Sebastiano e Antonino Messina. I due fratelli erano accusati di bancarotta fraudolenta: in pratica, entrambi avrebbero derubato denaro e beni alla società “New vigile peloritano srl”, società che loro stessi amministravano.

Dalle indagini era emerso che la società era andata in fallimento, ma in precedenza era gestita da Sebastiano Messina, che figurava come amministratore, dal fratello Antonino, che aveva la mansione di direttore amministrativo, dal padre Rosario, che era già amministratore del “Vigile Peloritano S.r.l”, un’altra società che era andata anch’essa in fallimento. La ricostruzione dei libri contabili ha portato alla luce che buona parte delle somme pagate dai clienti venivano indirizzate agli amministratori, mentre invece solo una parte degli incassi veniva incanalata nelle casse aziendali.

All’epoca il gip aveva anche provveduto a sequestrare in maniera precauzionale i saldi dei rapporti bancari o postali degli arrestati, che ammontava a oltre 400 mila euro. Nei confronti delle persone coinvolte la Guardia di Finanza ha anche accertato numerose imposte evase che ammontano ad oltre un milione di euro. Inoltre, è stato anche disposto il  sequestro per un appartamento che risulta intestato a uno dei fratelli, Sebastiano Messina. La vicenda riserva ancora ulteriori sviluppi, che il  Procuratore di Messina Guido Lo Forte metterà in evidenza durante la conferenza stampa, e forse altri aggravi per i responsabili della bancarotta fraudolenta. Sono ancora in corso degli accertamenti e si prevedono altri sequestri che sono frutto della truffa e che risultano a carico degli indagati.

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