Matteo Salvini rinviato a giudizio per il caso Open Arms: è accusato di sequestro di persona

Il leader della Lega ha affrontato il 17 aprile la terza udienza presso l'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, il caso si riferisce ai 147 migranti che nell'agosto del 2019 aspettarono diversi giorni davanti l'isola di Lampedusa.

Matteo Salvini rinviato a giudizio per il caso Open Arms: è accusato di sequestro di persona

Si aprirà il 15 settembre prossimo il processo penale per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio a carico del senatore e leader della Lega, Matteo Salvini. Il politico è stato rinviato a giudizio dal gup di Palermo, Lorenzo Jannelli, dopo circa due ore di camera di consiglio. Secondo l’accusa Salvini impedì alla nave della Ong Open Arms di attraccare nel porto di Lampedusa: a bordo dell’imbarcazione c’erano 147 migranti e alcuni di loro erano anche minori. Per diversi giorni i migranti aspettarono che il Viminale autorizzasse l’imbarcazione a sbarcare nell’isola siciliana. Alla guida del dicastero allora c’era proprio Salvini. 

Per i giudici di Palermo non ci sono le condizioni per il “non luogo a procedere”. Il rinvio a giudizio nei confronti del senatore lo chiedevano il procuratore capo Francesco Lo Voi e le 23 parti civili che si sono costituite nella causa contro il leader della Lega. L’ex ministro dell’Interno aveva inviato una memoria difensiva di 110 pagine all’autorità giudiziaria nel quale ribadiva di aver seguito soltanto un preciso indirizzo del Governo. “Seguivo un preciso indirizzo del governo. Prima la redistribuzione dei migranti in Europa, poi gli sbarchi” – così ha scritto Salvini nella sua memoria. Ma la ricostruzione fornita dal numero uno del Carroccio è stata bocciata dai giudici. 

La Procura: “Contratto di Governo non parlava di blocco generalizzato delle navi”

Per indagare meglio sul caso Open Arms e sostenere l’accusa nei confronti di Matteo Salvini, la Procura di Palermo ha messo in campo una vera e propria task force giudiziaria, tra cui la procuratrice aggiunta Marzia Sabella e il sostituto Geri Ferrara. “Il contratto di governo non parlava affatto di blocco indiscriminato e generalizzato delle navi” – queste sono state le parole che il procuratore Lo Voi ha pronunciato in aula. 

Secondo la procura palermitata l’accusa nei confronti di Salvini “è sostenibile”, e ciò si basa anche su quanto affermato dal Comitato dell’Onu per i diritti umani che il 29 gennaio scorso ha condannato l’Italia per l’intervento in ritardo nei confronti di un’imbarcazione in difficoltà che non si trovava nelle nostre acque territoriali. Le parti civili costituite durante il processo si augurano che da ora in poi vengano rispettate le norme costituzionali che garantiscono il diritto alla vita degli esseri umani. 

L’avvocato di Salvini, Giulia Bongiorno, ha affermato che il giudice ha fatto la scelta di andare in un altro grado di giudizio e approfondire il caso. “Quella di oggi non è una sentenza di condanna o una valutazione negativa” – così ha commentato la legale uscendo con il suo assistito dall’aula dell’Ucciardone. Il senatore Salvini è apparso molto provato dopo l’udienza. “Di questa situazione, mi spiace solo per i miei figli, dovrò spiegargli tutta questa situazione” – così ha aggiunto il leder della Lega. 

Continua a leggere su Fidelity News