Martina Rossi: domani la sentenza definitiva della Cassazione

Domani verrà emessa la sentenza definitiva della Cassazione sulla morte di Martina Rossi, studentessa 20enne che wl 2011 cadde dalla finestra di un albergo di Palma de Maiorca dove era andata in vacanza.

Martina Rossi: domani la sentenza definitiva della Cassazione

Martina Rossi precipitò da un balcone al sesto piano di un hotel di Palma e Maiorca, dove era andata in vacanza con delle amiche. Attorno alla sua morte sono subito scattate indagini che hanno portato a un lungo processo. Quest’ultimo ha visto imputati Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, entrambi accusati di tentata violenza sessuale; condannati in appello a 3 anni di reclusione. 

Nella giornata di domani, dunque, ci sarà il verdetto definitivo della Cassazione, quello che Bruno Rossi, padre di Martina, insieme a sua moglie Franca  attendono da 10 lunghi anni. Bruno, oggi 80enne, spiega in un’intervista  a Il Messaggero, quanto sia stato duro vivere con la mancanza di una figlia, morta in quelle circostanze, dichiarando di aver vissuto un “tormento”.

Martina è stata desiderata per anni prima di venire al mondo e Bruno la definisce un dono arrivato tanto tempo dopo il matrimonio. Non ha mai accettato la sua morte, che per lui è incomprensibile, dato vhe la sua adorata figlia  era tranquilla, serena e amava la vita. Una ragazza felice che, tornando alla notte della tragedia, precipita dal balcone di una stanza d’albergo non sua. 

Bruno non si da pace per l’assurdità dell’accaduto. Sua figlia, senza pantaloni indosso, dopo essere precipitata, viene lasciata in agonia nella vasca  per 35 minuti, da sola, senza che nessuno delle persone che erano con lei scendessero  vedere cosa le fosse successo, anzi, cercando disperatamente un alibi. 

Le indagini hanno chiarito che non si è trattato di un incidente. Nel 2014 è terminata l’inchiesta, per poi passare ad un processo lunghissimo. La prima sentenza ha stabilito  6 anni  di reclusione (nel 2018), a distanza di 7 anni dalla morte di Martina.  Ora è  giunto il momento della sentenza definitiva  sulla quale Bruno dice: “La giustizia è un privilegio per benestanti”. 

 

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